Con la Messa vespertina del 7 settembre, vigilia della festa della Natività della Vergine, si è conclusa momentaneamente una stagione di preghiere alla Madonna nella chiesetta di San Lorenzo, detta di San Cassiano, o Casciano, com’è chiamata, sulla collina a nord di Sansepolcro.La piccola chiesa è assai semplice, a una sola navata, senza abside, con una sola finestra alta e stretta sul muro absidale e una piccola vela. Secondo una data scolpita sull’orlo della pietra dell’altare, sembra risalire al 1185. è quindi assai antica e, anche se non si conosce il perché della sua presenza nei dintorni della città, la sua vetustà e la sua solitudine la caricano di significato. Ristrutturata dopo un periodo di abbandono, è adesso affidata alle cure degli abitanti della zona, in primis ad Anna Maria Giovagnini, una animatrice della vita spirituale di Sansepolcro.Tuttora meta di brevi passeggiate, lo è stata anche di più durante il mese di maggio, quando, nella lietezza del tramonto, era tutto un fiorire di canti che accompagnavano il Rosario. L’estate ha rallentato ma non interrotto i momenti di devozione, fino alle feste mariane di settembre.L’iniziativa della preghiera ha la sua importanza di per sé: non è mai troppo ricorrere alla Regina della consolazione e della pace in questo nostro mondo, e specialmente in questo antico oratorio che una lapide dichiara sacro a Maria. C’è anche, tuttavia, il piacere concreto di vederlo riaperto e usato. Rendere San Casciano ancora segno con la preghiera, com’è accaduto, è una testimonianza di fede e anche di amore per i luoghi della nostra tradizione che hanno bisogno, anch’essi, delle persone, di noi cioè, per rimanere vivi. Ecco, quindi, il senso di una proposta spirituale che è lanciata all’intera comunità cristiana della zona.Giuliana Maggini