C’ è una domanda che si ripetono i biturgensi in questi giorni di attesa per l’arrivo in città di Riccardo Fontana. L’arcivescovo entrerà a Sansepolcro da Porta Romana o da Porta Fiorentina? È un curioso «derby» tutto casalingo tra i due rioni cittadini, il primo suddiviso nei quartieri di sant’Antonio e san Niccolò, il secondo in quelli di santa Caterina e san Bartolomeo che si ripete all’arrivo di ogni nuovo vescovo.Ebbene il rione della lupa vince ancora. Proprio come nel caso dell’ingresso di monsignor Gualtiero Bassetti nel 1999 e a differenza di quanto accaduto nel 1963 con l’ingresso a Porta Fiorentina di monsignor Abele Conigli, Riccardo Fontana entrerà dall’ingresso sud della città. L’appuntamento è fissato per le 16.40. Ad accoglierlo il sindaco di Sansepolcro, Franco Polcri, e le autorità militari. Da qui partirà un corteo che sarà accompagnato dai giovani della zona pastorale valtiberina e che giungerà fino a piazza Garibaldi dove, alle 17, l’arcivescovo sarà accolto dalla banda cittadina, dal gruppo musici della Società balestrieri di Sansepolcro e dagli sbandieratori. A seguire il saluto del primo cittadino, del presidente della comunità montana e del nuovo vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Alle 18 l’ingresso nella Concattedrale dedicata a san Giovanni Evangelista dove si svolgerà la solenne celebrazione eucaristica.Fontana siederà così sulla cattedra che fu tra gli altri di Galeotto Graziani, il primo vescovo della diocesi di Sansepolcro, e di Pompeo Ghezzi, guida della Chiesa biturgense per ben quarantuno anni, dal 1912 al 1953, segnati da due guerre mondiali, un pastore che viene ancora oggi ricordato in città per aver scongiurato il passaggio di Sansepolcro all’Umbria. Dopo avere fatto parte della diocesi di Città di Castello, Sansepolcro ebbe la sua autonomia nel 1515 per decisione di papa Leone X, che la elevò alla dignità di sede vescovile e di città.In quell’anno l’antica abbazia camaldolese diventò cattedrale e il monastero sede di Episcopio. Ma sono ancora più antiche le radici cristiane di questa città. La tradizione vuole, infatti, che Sansepolcro debba la sua fondazione a due santi pellegrini di ritorno, attorno al Mille, dalla Terra Santa, Arcano ed Egidio. Dal XVIII secolo la diocesi biturgense comprende anche alcuni territori romagnoli, nella valle del Savio e del Bidente (da qui la celebre denominazione del settimanale diocesano Dall’Alto Tevere al Bidente). A seguito della soppressione della diocesi di Sansepolcro, con la nascita della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, i territori della Romagna passarono rispettivamente alle diocesi di Cesena-Sarsina e di Forlì-Bertinoro. Una Chiesa ricca di storia e di spiritualità che attende adesso la sua nuova «guida». di Lorenzo Canali