Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La Resurrezione «immagine» dell’amore di Dio.

Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, ha tenuto a Sansepolcro una conferenza sulla Resurrezione di Piero della Francesca nell’ambito dell’iniziativa culturale «Ipotesi su Piero» promossa dalla Biblioteca Comunale. Ha detto cose interessantissime durante la relazione e in occasione delle risposte alle domande che alcuni gli hanno posto. Non voglio e non posso fare un riassunto di quello che ha detto ma mi limito a esprimere le mie impressioni su un punto che lui ha ritenuto centrale di tutto il suo dire che – ha precisato – non voleva partisse da sé, ma dalla Parola di Dio.È partito da una interrogazione: «Se ai cristiani venisse chiesto perché Gesù è risorto, cosa risponderebbero?» Alcuni metterebbero in dubbio che sia risorto, altri direbbero perché era Figlio di Dio ed anch’io sarei stato fra quelli che avrebbero risposto così anche perché la Resurrezione è la prova che Gesù di Nazareth è l’incarnazione del Verbo che è presso Dio e che è Dio, ed è questa la pietra basilare di tutta la teologia cristiana e della nostra fede. Ma dal punto di vista esistenziale, emotivo, direi quasi carnale, la risposta più affascinante, più appetibile è dire che Gesù è Risorto per amore. Anch’io ero giunto a dire che Gesù era morto per amore, aveva offerto la sua vita per amore (quale amore più grande di quello che dà la vita per i propri amici).Ma se per amore per amore fosse solo morto potremmo avere per lui una inestinguibile riconoscenza, una dolente nostalgia e perfino un pungente rimorso e senso di colpa per essere stati causa della sua passione e della sua morte a motivo dei nostri peccati. Ed allora non ci avrebbe fatto felici. Il fatto che sia risorto ci dovrebbe rendere felici. Se non lo siamo, vuol dire che la nostra fede nella resurrezione non è forte abbastanza e che il nostro amore per lui è amore tiepido e non fervente. La Resurrezione ci dice che il suo amore non solo è immenso, ma che è anche vittorioso; ha vinto la morte ed ha vinto anche il peccato. Il peccato è sì causa della sua morte, ma esso non ha raggiunto in pieno il suo obiettivo, non ha colto il bersaglio e l’uomo ha potuto rivedere il suo Signore vivo e trasformato, cioè con più vita di prima, un Signore che non rimprovera ma che dona la pace. Infatti «La pace sia con voi» sono le prime parole che il Risorto rivolge ai suoi discepoli ed a ciascuno di noi. Così ha fatto perché noi vivessimo con lui e vivessimo felici. Questo è l’amore che vince la morte e di questo amore dovremmo essere testimoni nei rapporti che ogni giorno il cielo ci dona.