Un contributo a fondo perduto per le famiglie dell’Aretino colpite dalla crisi economica. La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha dato vita a un «Fondo speciale di solidarietà» per cercare di rispondere alle difficoltà che derivano dal terremoto economico-finanziario che anche nel territorio sta facendo sentire i suoi effetti.«A testimonianza della straordinarietà dell’attuale congiuntura negativa spiega suor Rosalba Sacchi, direttrice della Caritas diocesana abbiamo deciso di attivare questo Fondo al quale possono accedere tutte le famiglie che non hanno mai avuto accesso ai servizi della Caritas prima della sua istituzione. In questo modo si cerca di dare la precedenza a coloro che si sono trovati di fronte ad una situazione difficile, come coloro che hanno perso il lavoro, oppure coloro che sono stati messi in cassa integrazione o in mobilità».Frutto di quanto raccolto durante la «Quaresima di Carità», il Fondo di solidarietà è affidato alla Caritas che interviene nella modalità «una tantum» attraverso un contributo concesso in relazione alla situazione economica e sociale. Tuttavia, coloro che potranno usufruire di questo contributo potranno beneficiare anche di tutti gli altri numerosi servizi erogati dal Centro di ascolto in via Fonte Veneziana 19 ad Arezzo.«Questa iniziativa aggiunge Andrea Dalla Verde, vicedirettore della Caritas è un ulteriore segno di attenzione per chi si trova in difficoltà. Dal nostro osservatorio privilegiato vediamo come le problematiche legate alla casa o al lavoro sono quelle che ultimamente stanno crescendo di più, anche in fasce sociali che fino a poco tempo fa non avevano criticità di questo tipo».Al Fondo di solidarietà possono accedere le famiglie che vivono nel territorio della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e che abbiano tra i componenti almeno un figlio minore o un disabile o un anziano non autosufficiente. Requisito fondamentale è la situazione lavorativa: hanno la precedenza coloro che dimostrano di essere disoccupati o in cassa integrazione, o in mobilità, o di essere assunti con contratti atipici.Per beneficiare del contributo, le persone sono invitate a rivolgersi alla Caritas diocesana e devono presentare i seguenti documenti: documento di riconoscimento, attestato di famiglia, documento Isee, contratto di locazione o contratto di mutuo bancario, attestato di disoccupazione o di cassa integrazione o di mobilità, denuncia dei redditi (dove presente), busta paga (dove presente). Tutte le famiglie che otterranno l’intervento possono comunque usufruire degli altri servizi offerti dal Centro di ascolto diocesano, come microcredito, servizio bollette, buoni spesa, accompagnamento ai servizi sociali, intermediazione lavorativa. La Caritas interverrà nella modalità di «una tantum» con un contributo che nei casi più difficili potrà arrivare ad un massimo di 500 euro. Il servizio rimarrà in vigore fino all’esaurimento del Fondo speciale.