Una Chiesa che è «prima di tutto unita», che scommette sulla «conversione pastorale», che rilancia il Seminario e la pastorale vocazionale, che ha fra le priorità i giovani, l’inclusione sociale, la famiglia e l’attenzione ai più deboli e fragili, che «comunica il Vangelo in una società che cambia». A poco più di un mese dall’inizio della sua missione nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, l’arcivescovo Riccardo Fontana indica la rotta che intende seguire nel suo ministero episcopale. Lo fa durante il primo incontro con il Consiglio pastorale diocesano che si è riunito nel Seminario vescovile di Arezzo. Un appuntamento aperto con la preghiera e l’introduzione del diacono Umberto Valiani, direttore del Consiglio. Nella sua presentazione l’arcivescovo traccia l’itinerario. Un itinerario che, aggiunge, «il Consiglio è chiamato a condividere e a cui deve dare il suo specifico contributo».ESSERE UNITI. Nell’intervento che è stato il centro dell’incontro, Fontana indica cinque «nodi» (come lui stesso li definisce) che il Consiglio pastorale diocesano approfondirà nelle prossime riunioni. Il primo è quello dell’«unità all’interno della diocesi». «Il Papa afferma l’arcivescovo mi ha affidato una diocesi e ne ho trovate tre». Da questa constatazione occorre partire «per convergere “ad unum”» e iniziare «veramente a camminare insieme». Per Fontana, «è necessario arrivare ad essere uniti». In quest’ottica un contributo può giungere dai movimenti che «sono tenuti a restare uniti al suo Pastore». Di fatto, sostiene l’arcivescovo, «se non si suscita in ogni realtà il desiderio di mettersi insieme per condividere ciò che c’è di positivo, non si raggiungerà mai l’unità».LE AREE PASTORALI. Secondo «nodo» indicato da Fontana è il progetto delle aree (o unità) pastorali lanciato nei mesi scorsi. «Non si realizzano le unità pastorali perché mancano i sacerdoti ma per una reale convinzione», avverte l’arcivescovo. Secondo Fontana, «occorrono un’autentica collaborazione e una conversione pastorale». L’arcivescovo cita il Concilio Vaticano II che ha fra le sue eredità l’ecclesiologia di comunione. «Le unità pastorali sottolinea sono una scelta di unità e una strada di inclusione, non di esclusione». Poi aggiunge: «Mi piace una Chiesa che sceglie il meglio e non è stantia».I SACERDOTI. Altro punto fermo è il tema delle vocazioni. Fontana scatta una fotografia della realtà del clero diocesano oggi. «Sono 48 i sacerdoti con meno di dieci anni di Messa. Di questi soltanto tre sono nati in diocesi». L’arcivescovo ringrazia «i religiosi e i presbiteri che sono venuti in nostro aiuto dalle Chiese sorelle» e sottolinea come sia essenziale che «anche i religiosi si sentano parte dell’unico presbiterio» dove «le differenze sono doni dello Spirito». Quindi l’indicazione: «È necessario avere un’attenzione particolare verso il Seminario».LE PRIORITÀ. Il quarto «nodo» presentato da Fontana al Consiglio è quello delle «priorità». La prima è la «questione giovanile» che «ci appartiene a tutti» e «va affrontata con amore». La seconda è la famiglia che «va sostenuta e valorizzata». Poi aggiunge: «Non dobbiamo segnare con il dito coloro che vivono situazioni di difficoltà, ma occorre accogliere tutti». Perché «il Signore si è chinato di fronte all’adultera» e «il nostro compito è di aiutare». Terza priorità è l’inclusione sociale: «Nel primo incontro con il questore di Arezzo spiega mi è stato riferito che sono 33mila gli immigrati regolari nel nostro territorio. E la maggioranza di loro è cristiana». Per questo, precisa Fontana, «va fatta nostra l’accoglienza benedettina». Infine l’attenzione ai più deboli a cominciare «dalla cura dei malati».L’ANNUNCIO. Ultimo «nodo» messo in luce dall’arcivescovo è l’annuncio. «Una Chiesa che non comunica il Vangelo e ciò che fa non adempie compitamente alla sua missione», sottolinea. Da qui la scelta di puntare sul polo unico dell’informazione diocesana che comprenda il settimanale Toscana Oggi, la tv Telesandomenico, l’emittente Radio Incontri e il mondo web a cominciare dal sito Internet www.diocesi.arezzo.itI CONTRIBUTI. Dopo l’intervento dell’arcivescovo, è stata la volta dei contributi che sono giunti dai membri del Consiglio pastorale diocesano. È stato messo in evidenza come sia opportuna una vicinanza agli anziani, che occorra mantenere l’identità delle diverse realtà nelle aree pastorali, che ad Arezzo serva una maggiore collaborazione. Poi è stato sottolineato che è necessario anche «un unico laicato nella peculiarità dei diversi cammini» ed è stata lanciata la proposta di costituire una Consulta diocesana dei laici. Sulla questione giovanile, è stato evidenziato come «l’emergenza non siano i giovani, ma gli educatori che non sanno indicare la strada per formare onesti cittadini e buoni cristiani». Infine, sul tema della pastorale sanitaria sono emerse le difficoltà a prendersi cura del malato non soltanto a livello fisico. Poi l’arcivescovo ha annunciato che sabato 5 dicembre si terrà in diocesi una giornata di studio sull’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate che avrà come relatore il teologo monsignor Piero Coda.Le sfide del consiglio Pastorale diocesano.E’ rinato con il vescovo Gualtiero Bassetti il Consiglio pastorale diocesano. Lo ha detto il diacono Umberto Valiani presentando la realtà del Consiglio che è composto di 70 membri di cui la metà laici provenienti delle diverse zone pastorali. «È bene scommettere sulla vicinanza ai vicariati e alle parrocchie», ha spiegato Valiani. Nel corso degli anni sono stati approfonditi i temi del matrimonio e della coppia, dell’iniziazione cristiana, della parrocchia e dell’Eucaristia. Adesso il Consiglio pastorale diocesano sarà chiamato a discutere sugli input lanciati dall’arcivescovo Fontana durante la prima riunione di questo anno pastorale. «Occorre condividere insieme il cammino da compiere», ha detto l’arcivescovo nel corso della serata ospitata in Seminario.Giacomo Gambassi