Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Arezzo, un cantiere per «salvare» la basilica di San Domenico.

Sono cominciati lunedì 9 novembre, i lavori di restauro della basilica di San Domenico ad Arezzo, per sostituire le parti lesionate del tetto e a garantire maggiore sicurezza. Si concretizza così l’intervento auspicato dalla diocesi (con un appello lanciato la scorsa primavera dal vescovo Gualtiero Bassetti) per «salvare» la storica chiesa ed evitare la chiusura al culto. Gli interventi che verranno effettuati si collocano all’interno del piano di lavori, più ampio, cominciato nel febbraio 2007 e finanziato dal Ministero dei beni culturali, che aveva interessato le prime sette capriate della basilica. Si tratta di lavori importanti per la tutela di un prezioso patrimonio artistico, i primi ad essere realizzati dopo ben 120 anni dagli ultimi «ritocchi» di un certo spessore effettuati nella chiesa. L’obiettivo principale di questo secondo finanziamento è il restauro delle rimanenti cinque capriate nel tetto della basilica. Il fine ultimo dei lavori è quello di sostituire le parti di legname, gravemente deteriorate in particolar modo dalle numerose infiltrazioni d’acqua piovana. Verrà applicato un manto di catrame con lo scopo di impermeabilizzare la parte superiore della struttura, in maniera tale da assicurare una protezione a lungo termine. L’alta sorveglianza tecnica del restauro è affidata alla Soprintendenza e al Ministero dei beni culturali. Come annunciato da Vincenzo Ceccarelli circa un anno fa, anche la Provincia contribuisce al finanziamento del consolidamento di San Domenico. L’altra stazione appaltante di questa operazione è la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Si impegna a partecipare anche il comune di Arezzo. Da sottolineare il ruolo ricoperto, all’interno di questa operazione, da Banca Etruria, che ha stanziato, per la realizzazione del recupero, 50mila euro, già messi a disposizione. Il termine dei lavori è previsto per la fine di questo mese.Prima della chiusura effettiva degli interventi è previsto anche un lavoro di ripulitura del Cristo del Cimabue. Dal crocifisso infatti sarà tolta la polvere accumulatasi durante il periodo di restauro. L’opera lignea realizzata da Cenni di Pepi (in arte Cimabue) nel 1270 segna il distacco dell’artista fiorentino dalla tradizione bizantina nella pittura e contribuisce a rendere la basilica di San Domenico «uno dei più importanti simboli della città di Arezzo» come ha dichiarato dal sindaco Fanfani. La pittura del Cristo si colloca come fiore all’occhiello all’interno della costruzione gotica di fine Duecento e del inizi del Trecento, che merita, grazie ai lavori che sono appena iniziati e che erano attesi, di essere tutelata e messa al sicuro per il futuro. Un auspicio anche per la comunità parrocchiale guidata da don Antonio Corno.Riccardo Ciccarelli