Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Azione cattolica: la vita quotidiana «terra» di missione.

Con il titolo «Famiglie in relazione, tra crisi e idolatrie», l’Azione cattolica diocesana organizza per sabato 21 novembre un incontro-dibattito nel seminario vescovile di Arezzo. Il programma prevede alle 16 l’intervento dei coniugi Daniela e Maurizio Bellomaria che presenteranno il «Progetto Nazareth – Vivere la casa, abitare il mondo». Dalle 17 alle 19, relazioni su esperienze familiari in diocesi. Poi la Messa e alle 20 la cena comunitaria. Di seguito una riflessione proposta dal del Settore Adulti dell’Ac diocesana.

Il tema proposto da Azione cattolica per il nuovo anno associativo mette in evidenza l’importanza della qualità delle «relazioni» tra le persone e il ruolo primario di un evangelizzazione «corretta». Uno spunto di riflessione è l’incontro imprevisto tra Gesù e Zaccheo e la sua inaspettata conclusione. La casa di Zaccheo evoca le relazioni, da percorrere a tutto campo, a partire da quelle «corte», fraterne, familiari ed ecclesiali, fino a quelle determinate dal nostro essere cittadini. Siamo sollecitati a vivere bene queste relazioni e a incrementarle con senso di responsabilità, mettendo al centro «le persone», costruendo con esse rapporti vivi, ricchi, empatici, di qualità.L’evangelizzazione è prioritaria. Un modello culturale individualista, che pone il soddisfacimento dei bisogni e degli interessi egoistici al di sopra di ogni altro valore, scricchiola. Si è parlato del crollo del muro di Wall Street, che segue di vent’anni il crollo del muro di Berlino, entrambe costruzioni fallaci generate da una visione infelice dell’uomo. Nell’epoca attuale, più che le relazioni autentiche tra persone, paiono contare quelle artificiose con il computer (nella sua straordinaria capacità di isolamento), o con i mezzi di trasporto (il pendolarismo o la fuga dal reale). Enzo Bianchi ricordava di recente come, per uscire da questa impasse, la prima delle relazioni da riscoprire e curare sia quella personale con Gesù.L’Ac privilegia perciò la dimensione spirituale (i sacramenti, la preghiera, l’adorazione eucaristica) come primo gradino della vita cristiana, senza che ciò implichi alcuna estraniazione da un impegno temporale coerente. È, anzi, soltanto da una relazione profonda con il Signore che scaturisce la possibilità di guardare la società con gli occhi dell’uomo, dalla piazza dei nostri paesi alla vita nazionale e internazionale. L’impegno per una Chiesa profetica fondata su relazioni di comunione. Anche la Chiesa, così come la società degli uomini, ha bisogno di «autenticità», di quella verità senza la quale «la carità scade nell’emotivismo» (Benedetto XVI). La Chiesa è dunque se stessa solo a condizione di vivere in una comunione autentica e non virtuale, dalla quale scaturiscono relazioni altrettanto autentiche con tutti gli uomini di buona volontà, anche con coloro che non condividono una prospettiva cristiana.È necessario, pertanto, definire il ruolo dell’Ac quale strumento coerente rispetto alla comunione ecclesiale. Il luogo della missione, più che le strutture associative, è dato dalla quotidianità della vita di ciascuno, sostenuta dalla razionalità dell’intelligenza e dall’attenzione ai segni dei tempi, con lo sforzo di comprenderli e di interpretarli. L’Ac si nutre del contributo di tutti i suoi iscritti e ciascuno è chiamato ad essere segno della presenza del Signore in qualunque circostanza la vita lo ponga. Non a caso, i suoi riferimenti sono la diocesi e la parrocchia (che è il luogo delle relazioni territoriali per eccellenza), quali realtà concrete che prescindono dai volti di chi le rappresenta. L’autenticità delle relazioni, in famiglia, nel lavoro, nella cultura e nella cittadinanza. La vocazione originale dell’Ac è quella di luogo di formazione permanente della coscienza del laico cristiano, per favorire il discernimento in un mondo che appare sempre più confuso. Il punto di partenza non può che essere quello di un rapporto di prossimità: il mio prossimo è colui con il quale intraprendo la sfida di una relazione autentica. Partire dalla dimensione immediata e concreta, in senso geografico ma anche culturale, per giungere ad aprire ponti di dialogo con chi è disponibile nei vari settori dell’umano a compiere un pezzo di strada insieme, nella condivisione di «giustizia e bene comune».