E’ anche un’attrazione turistica invernale il bel presepe di Badia Prataglia. Un presepe in legno firmato, realizzato e donato dall’artigiano Bruno Bronchi.Il presepe è stato costruito quest’anno con lo spirito indicato dall’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, presidente della Conferenza episcopale toscana (Cet), nella sua lettera indirizzata ai più piccoli: «Duemila anni fa Dio ha donato al mondo il suo figlio, nato da Maria a Betlemme. Fare il presepe e metterlo al centro di tutti i nostri doni è un modo concreto per ricordare che quel grande dono che è Gesù per noi: è la fonte di ogni bene per l’umanità, la sorgente di quell’amore di cui i doni che ci scambiamo vogliono essere un segno. Vi invito quindi anche quest’anno a fare la capannuccia nella vostra casa e nella vostra scuola. Facciamoci il dono del presepe, per testimoniare a tutti che il vero dono che attendiamo per Natale è Gesù e il suo amore».Il nome «presepe» viene del Vangelo di Luca, in cui si racconta che la Madonna, dopo aver partorito, avvolse il piccolo Gesù nelle fasce e lo mise in un «praesepe», cioè in una mangiatoia. L’invenzione del presepe, come lo conosciamo oggi, è attribuita a san Francesco.E quale posto migliore, per collocare il presepe fa notare don Francesco Cecconi, da 41 anni parroco del ridente borgo alto-casentinese della antica cripta nella chiesa di Santa Maria Assunta, posta sotto il coro rialzato, a tre navate e due campate, con archi a tutto sesto e volte a crociera, e con capitelli di diversa foggia, dei quali due, ornati di palmette e foglie d’acanto probabilmente frutto di spoglio, sono provenienti forse da qualche edificio preesistente di epoca romana. La cripta del IX secolo è stata restaurata nel 1910. Un’apertura rettangolare nella parete di fondo serviva a contenere le reliquie dei martiri. Da notare una figura umana, scolpita a bassorilievo, con le mani alzate, figura simile a quella che si ritrova sulla facciata della Pieve di Montemignaio e che rappresenta l’antico orante, al cui lato si notano dei fregi bizantino-longobardi.Interamente costruito a mano, il presepe contiene personaggi ed ambientazioni tradizionali quali la lavandaia, il pastore, il fornaio, l’addetto al pozzo all’ombra delle tipiche case in pietra casentinesi. Ritorno al classico, dopo che per esempio negli anni Settanta i giovani della parrocchia che costruivano il presepe avevano introdotto personaggi e situazioni rispecchianti le tensioni politico-sociali di quegli anni.Luca Tognaccini