Anche quest’anno l’associazione monterchiese «Venite Adoremus» ha regalato grandi emozioni agli oltre quindicimila visitatori che durante le festività appena trascorse hanno sfidato il maltempo e le lunghe code per calarsi nell’atmosfera del Natale, ripercorrendo le oltre quaranta tappe che per il quinto anno consecutivo hanno animato il presepe vivente della piccola località altotiberina.La fatica degli oltre 250 figuranti è stata così ripagata dai volti meravigliati dei grandi e dei piccini, da coloro che ogni anno puntualmente sono venuti ad assistere alla sacra rappresentazione come quelli che hanno vissuto questo momento per la prima volta. Anche in questa edizione non sono mancate le novità: ai già numerosi quadri dello scorso anno si sono aggiunti quello dei vignaioli, quello dei carbonai e l’arrivo dei Magi, particolarmente suggestivo grazie all’ingresso a cavallo dei figuranti seguiti dalla corte e dalla scorta dei soldati romani.Non sono mancati ospiti illustri, quali l’onorevole Andrea Sarubbi e il presidente della Provincia Roberto Vasai, il quale si è dichiarato positivamente impressionato dal gran numero di persone che si sono mobilitate e organizzate per dare vita ad una manifestazione così imponente rispetto al piccolo borgo che la ospita. Da presidente della Provincia ha dichiarato il proprio appoggio per dare risonanza a questo evento, affinché l’impegno di tanta gente comune, che offre gratuitamente e con tanto entusiasmo il proprio tempo, venga adeguatamente ricompensato. Tra le varie scene del presepe si è inoltre dichiarato impressionato dal quadro dei lebbrosi, tanto suggestivo quanto importante dal punto di vista evangelico: osserva, infatti l’onorevole Sarubbi, che Cristo è venuto nel mondo in mezzo alla sofferenza, che è nato per tutti, per i sani ma anche per i malati.Degno di nota è anche l’apprezzamento per il senso civico dimostrato dall’associazione verso le popolazioni terremotate dell’Abruzzo, nei confronti delle quali è stata devoluto gran parte dell’incasso ottenuto con le offerte dell’anno precedente. Il presepe vivente di Monterchi ha insomma offerto un buon esempio di radicato spirito cristiano, di fedele trasposizione scenica delle pagine del Vangelo unita a un consapevole e responsabile senso di solidarietà, di sguardo coerente verso il passato, ma anche di impegno concreto verso il prossimo. Ecco, quindi, che l’appuntamento sta diventando un punto di riferimento per l’intera vallata ma anche per tutto il territorio limitrofo.Ketty Massi