Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Alla Valfungo allarme occupazione.
Si fa sempre più difficile la situazione alla Valfungo. Di mese in mese, il quadro si è ulteriormente aggravato con il risultato che per 30 dipendenti fissi si prospetta una cassa integrazione agricola dal 15 gennaio al 15 aprile e successivamente la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in deroga mentre per gli avventizi circa 70, oltre alla ds agricola che, come tutti gli anni, riscuoteranno nel mese di luglio, non c’è altro ammortizzatore sociale se non la promessa dell’assessore regionale Simoncini di adoperarsi per reperire risorse per finanziare ammortizzatori ad hoc. Un futuro a tinte fosche su cui è intervento anche Patrizio Giorni della Fai-Cisl di Arezzo. «Siamo tutti a conoscenza che la situazione della Valfungo parte da lontano e che le cause vanno ricercate, in primo luogo, negli errori della proprietà: negli ultimi 15 anni non ha investito un euro nell’azienda». Aggiunge il rappresentante Cisl: «La situazione era fin troppo chiara già dallo scorso marzo allorquando tra azienda e sindacato fu concordato la sospensione delle procedure di licenziamento di circa 100 addetti nonché dello stato di agitazione. L’intento o meglio le buone intenzioni erano di utilizzare il tempo guadagnato per individuare una soluzione che salvaguardasse la continuità della produzione e quindi il mantenimento dell’occupazione. Difatti, fu concertato un tavolo di coordinamento che individuasse le soluzioni per consentire alla Valfungo di uscire dalla crisi. Ma così non è stato».