Alla periferia di Arezzo, nella zona di San Zeno, si trova una realtà particolare, gestita da persone diversamente abili, che offre un servizio di ristorazione aperto al pubblico. Stiamo parlando del ristorante «Il Rintocco». La struttura non soltanto offre ai clienti la possibilità di usufruire di una ristorazione completa, ma soprattutto consente a ragazzi disabili di fare un’importante esperienza che consente loro di inserirsi gradualmente nel mondo del lavoro e li «accompagna» verso il loro principale obiettivo: dimostrare di essere in grado di meritarsi l’autonomia alla quale aspirano.«Il Rintocco» è gestito dalla cooperativa sociale «Il Cenacolo» nata nel 1987 da un’idea di Gianpiero Lapini, attuale direttore dell’istituto di riabilitazione «Madre della Divina Provvidenza» dei Passionisti di Agazzi e da un gruppo di volontari della comunità dei Cappuccini di Arezzo, tra cui Massimo Paoletti, oggi coordinatore della struttura. Inizialmente il progetto, che prevedeva l’impiego di alcuni ragazzi presenti nell’istituto di riabilitazione nell’esercizio della ristorazione, cominciò come prova per vedere se i soggetti coinvolti erano in grado di sostenere i compiti loro affidati all’interno del centro di aggregazione di Agazzi. Fra i giovani e meno giovani che si sarebbero impegnati nell’impresa anche chi era chiamato a convivere con disturbi psichici.I risultati, malgrado le comprensibili preoccupazioni iniziali, sono stati positivi e la cooperativa sociale «Il Cenacolo» ha deciso nel 2003 di portare questa esperienza al di fuori della struttura di Agazzi offrendo un’ulteriore possibilità ai disabili . Il progetto, curato dall’istituto «Madre delle Divina Provvidenza», ha dato vita al ristorante che oggi è in attività nella zona industriale di San Zeno, ristrutturando una ex scuola elementare (parte in muratura dell’odierna struttura) e costruendo una parte aggiuntiva in legno, attualmente in comodato dal Comune di Arezzo.All’interno del «Rintocco» lavorano 15 ragazzi diversamente abili: alcuni sono alle prese ogni giorni fra pentole e padelle in cucina; altri si alternano, tramite turni prestabiliti, nel servizio ai tavoli. All’inizio il ristorante era privato. Poi la vera scommessa: quella di aprire il locale al pubblico. Un’équipe formata da alcuni dipendenti della cooperativa assieme ad alcuni educatori dell’istituto di Agazzi, verificano l’idoneità dei nuovi ragazzi che periodicamente entrano in servizio sostituendo chi era già impegnato nel ristorante. I ragazzi che prendono parte a questo progetto cercano di ottenere l’autonomia e sono incentivati a svolgere bene il loro servizio al ristorante perché così possono raggiungere il loro obiettivo.La cooperativa sociale «Il Cenacolo» è legata alla Caritas diocesana attraverso il progetto che unisce il servizio civile al «Rintocco». Quest’ultimo infatti è un luogo privilegiato per i ragazzi in servizio civile che possono toccare con mano la sfida della disabilità e la possibilità concreta di un inserimento nella società. « È importante sottolineare il cordone ombelicale che unisce l’esperienza de “Il Rintocco” alla comunità dei Cappuccini di Arezzo afferma Massimo Paoletti, coordinatore della cooperativa . Molte persone che collaborano con la nostra cooperativa vengono dall’esperienza dei terziari francescani».di Riccardo Ciccarelli