La Madonna del Conforto fa parte dell’identità del territorio aretino». È vibrante la voce dell’arcivescovo Riccardo Fontana quando saluta il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, all’inizio della Messa solenne delle 10.30 per la festa della Madonna del Conforto. È la sua prima festa dedicata alla Vergine come pastore della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e Fontana sceglie di incentrarla sul tema della «madre della consolazione» che è «l’icona della Chiesa chiamata a chinarsi su ogni sofferenza dell’uomo» e a cui va rivolto lo sguardo per affrontare le «tribolazioni di oggi: l’emarginazione sociale, la perdita del lavoro, lo sbando delle famiglie e lo smarrimento di orientamento dei giovani», spiega nella sua omelia durante la celebrazione eucaristica delle 18.Anche se la festa cade di lunedì, è ininterrotto il «fiume» di fedeli che per tutta la giornata sale verso il Duomo e si inginocchia ai piedi della terracotta miracolosa. Cinquantamila persone in tutto, che sorprendono anche Sodano.Come fulcro della sua omelia il cardinale sceglie il legame fra i Papi e la Vergine che ha liberato Arezzo dal terremoto. Il primo Pontefice che Sodano ricorda è Benedetto XVI. «A tutti porto il saluto e la benedizione di Papa Benedetto XVI che lo Spirito Santo ha posto sulla Cattedra di Pietro in quest’ora importante per la storia umana. Egli ben conosce la storia gloriosa di questa comunità cristiana e vi benedice di cuore». Poi l’accenno sentito a Giovanni Paolo II. «Personalmente ricordo afferma la grata impressione che Giovanni Paolo II conservava della vostra devozione mariana dopo la venuta fra voi, in quella domenica del 23 maggio 1993. Alla Madonna del Conforto l’indimenticabile Pontefice volle affidare il futuro della vostra comunità». Nella sua riflessione, Sodano cita Pio VI e Pio VII, i Pontefici che vissero il travagliato periodo della Rivoluzione francese e della successiva campagna d’Italia di Napoleone che «avevano scosso anche la Toscana» e che coincisero con gli anni del miracolo della Madonna del Conforto. Di fronte all’«euforia anticristiana di quegli anni», gli aretini «continuarono ad essere più che mai forti nella loro fede» e «continuarono a trovare rifugio sicuro in Maria, loro Madre», sottolinea il cardinale. Infine un accenno alla situazione attuale. «Oggi, nel disorientamento che talora ci assale, Maria continua a invitarci a guardare a Cristo» e «ci invita a seguirlo nell’ora della gioia e del dolore».La Messa del mattino è concelebrata anche dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti (che spesso ha le lacrime agli occhi tornando per la prima volta nella diocesi di Arezzo che ha guidato per dieci anni fino allo scorso luglio), dall’arcivescovo di Lucca Italo Castellani, dal vescovo di Grosseto Franco Agostinelli, dall’amministratore apostolico di Fiesole Luciano Giovannetti, dal vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza Rodolfo Cetoloni, dal vescovo di Massa Marittima-Piombino Giovanni Santucci, dal vescovo di Velletri-Segni Vincenzo Apicella, dall’abate generale della Congregazione di Monte Oliveto Maggiore dom Michelangelo Tiribilli, dall’emerito di Grosseto Giacomo Babini e dall’emerito di Volterra Vasco Bertelli.Dalla prima mattina a mezzanotte bambini, famiglie, lavoratori, anziani varcano la soglia della chiesa-madre della diocesi per rendere omaggio all’immagine sacra che, come ogni anno, è circondata da un immenso tappeto di fiori donati da aziende, istituzioni, associazioni e privati cittadini.Nella Messa delle 18 l’arcivescovo Fontana invita a «ritrovare il coraggio che viene dall’Alto» ed «essere segno di carità» sul modello del buon Samaritano. E nell’omelia Fontana delinea il volto di una Chiesa capace di «accogliere tutti» e di «essere vicina a chi vive nelle afflizioni». Come gli anziani o le madri che hanno perso un figlio a cui l’arcivescovo indica come riferimento la risurrezione di Cristo con cui «Dio ha consolato Maria».di Giacomo Gambassi