Arezzo - Cortona - Sansepolcro

San Giustino, le «adozioni» che hanno salvato 14 neonati.

Come ogni anno, la Chiesa italiana ha festeggiato la «Giornata per la vita». Ormai da anni nella parrocchia di San Giustino Valdarno guidata da don Elio Milaneschi l’appuntamento è particolarmente sentito dalla comunità. Alla Messa delle 11, celebrata da monsignor Giovacchino Dallara, vicario generale della nostra diocesi, sono stati invitati tutti i bambini nati nella parrocchia nel 2009 – in totale sedici – ai quali è stata impartita una benedizione particolare. E ai loro genitori è stato consegnato un piccolo regalo di ringraziamento per aver arricchito di nuovi doni la comunità. Al termine della Messa è stato possibile acquistare le azalee e partecipare al pranzo comunitario nei locali dell’oratorio «Sacra Famiglia», contribuendo così alla raccolta di fondi destinati al «Progetto Gemma» di adozione prenatale a distanza.L’importanza di questo progetto, creato su iniziativa del Movimento italiano per la vita, a cui la comunità di San Giustino aderisce sin dal 1994, è stata richiamata nel corso della celebrazione eucaristica dallo stesso monsignor Dallara, che ha parlato della tutela della vita, dal concepimento al suo naturale spegnimento, e ha sottolineato l’ammirabile impegno in tal senso di questa comunità.Proprio per non lasciare incompiute queste sue parole, al termine della Messa, uno dei rappresentanti del Movimento per la vita ha illustrato il «Progetto Gemma», invitando tutti ad aderire sempre più numerosi, anche per dare un significato concreto alla «Giornata».Il «Progetto Gemma» si concretizza in un servizio di sostegno alle madri in difficoltà economiche – e per questa ragione tentate di ricorrere all’aborto – attraverso l’erogazione di un contributo mensile di 160 euro per diciotto mesi; questa somma, peraltro, viene ripartita tra numerosi nuclei familiari, ciascuno dei quali contribuisce così con (soli) 5 euro mensili.Questo contributo, tuttavia, non si esaurisce in un mero aiuto economico: il gesto di aiuto di per sé, infatti, rappresenta per la madre che lo riceve un forte sostegno morale e psicologico, sapendo ella di poter contare sull’interessamento e sulla solidarietà di altre persone, seppure sconosciute; è soprattutto questo segno di vicinanza che dà alla madre la forza di portare avanti la gravidanza; ed al contempo accresce il senso di fratellanza anche tra gli adottanti, con una funzione educativa all’interno della stessa comunità.Attualmente sono sessantasei le famiglie di San Giustino Valdarno coinvolte nel Progetto e grazie alla sottoscrizione di nuove adesioni raccolte domenica 7 febbraio c’è la concreta speranza di iniziare altre adozioni nel 2010. Dal 1994 ad oggi sono quattordici i bambini salvati con le adozioni della comunità di San Giustino.Il cartellone posto in fondo alla Chiesa con le fotografie dei quattordici bambini nati – da Riccardo, il primo, ad Haala, l’ultima – stava a rappresentare una vera e propria collana di «gemme» preziose, voluta da Dio e tessuta da tanti anonimi adottanti: quattordici volti sorridenti di bambini, quattordici nuove vite.Insomma, ogni parola, ogni gesto, ogni preghiera nella chiesa del Valdarno e nella «Giornata», ci ricordavano che la vita è un dono prezioso da custodire e difendere: perché la negazione della vita al più piccolo uomo, indifeso e non ancora nato, porta con sé le stragi delle dittature, i genocidi, i conflitti bellici, le stragi di massa; e perché l’impegno contro l’aborto è la prima manifestazione per la pace, è la prima proclamazione dei diritti umani.Elisa Del Cucina e Daniele Bonarini