Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Le Acli: ripartire dall’uomo per dare un’anima al lavoro.

Grande successo a Capolona per il convegno organizzato dalle Acli provinciali di Arezzo con la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Ad ospitare l’iniziativa il locale Circolo Acli e la parrocchia di Capolona guidata da don Giuliano Francioli. In continuità con il Convegno ecclesiale diocesano del 5 dicembre ad Arezzo, si è parlato dell’enciclica Caritas in veritate e in particolare del lavoro «decente», per una coalizione mondiale in favore del lavoro «decente». I lavori sono stati introdotti da Virgilio Badii. Nella storia della Chiesa le encicliche «sociali» sono sempre state attente ai mutamenti del mondo del lavoro e hanno espresso l’anima profondamente solidale della comunità ecclesiale.Nei saluti introduttivi di Enrico Fiore, presidente provinciale Acli, di Stefano Dalla Noce, presidente del circolo Acli di Capolona, e di padre Antonio Airò, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, si è intuito che quello di Capolona non sarebbe stato un convegno di discorsi retorici. E così è stato fin dalla prima relazione dell’arcivescovo Riccardo Fontana che ha manifestato il pensiero della Chiesa sul lavoro decente, ma anche sul lavoro dignitoso, affrontando le questioni legate ai fenomeni della migrazione e dell’integrazione, a quelli della solidarietà («la terra è di tutti», ha affermato Fontana), ai problemi culturali legati alla vita quotidiana cui non sono estranei certi media e l’uso perverso di uno strumento che crea e propina un mondo irreale. Il lavoro significa «abbellimento del mondo», ha affermato l’arcivescovo, rivendicando la centralità della persona. Un intervento, quello di Fontana, accorato e concreto.Non da meno la relazione del vicepresidente nazionale delle Acli Michele Consiglio che ha posto l’attenzione su sull’emergenza educativa e solidaristica, sulla dignità della persona e sul ruolo dei sindacati e delle associazioni dei lavoratori, fornendo anche dati sui temi cui stanno lavorando le Acli intorno ai problemi sociali e del lavoro, a cominciare dalla campagna nazionale dei cittadini come antidoto alla crescente corruzione e illegalità. Consiglio ha richiamato l’attenzione anche sul valore del lavoro, inteso come percorso educativo della persona e progetto di vita economica. Ha poi lanciato una provocazione: «È grazie alla crisi e all’ultima enciclica di Benedetto XVI che siamo stati messi di fronte al fatto che oggi il lavoro è fondamentale».Anche i successivi interventi di Roberto Tiezzi, presidente provinciale di Mcl, Carlo Leonardi, presidente diocesano di Azione cattolica, Andrea Dalla Verde, vice direttore della Caritas diocesana, Paolo Formelli (il suo documento è stato letto da un collega), segretario provinciale Fap Acli, Fabio Ralli, presidente del circolo di San Leo, l’assessore di Capolona Enrico Donati, Rolando Gallorini, don Giuliano Francioli e don Aldo Celli, assistente spirituale delle Acli, hanno offerto al convegno contributi per aiutare a comprendere ancora di più la realtà attuale nel mondo del lavoro e del sociale e la chiara posizione della Chiesa nel tentativo di dare una svolta fondamentale al futuro delle nostre comunità.Non sono mancati spunti polemici e di autocritica. Poi a chiare note si è anche ripetuto: «Ma c’era necessità che fosse un Papa a metterci di fronte alla realtà delle cose?». E ancora: «Ma dove erano i nostri governanti, dove erano le nostre associazioni sindacali e di lavoratori, dove eravamo noi mentre si consumava un effimero sviluppo basato sulla negazione della dimensione della persona che ci portava alla crisi mondiale tutti tuttora in atto?». In definitiva, da Capolona e da questo questo convegno è partito un invito forte a tutti i cattolici impegnati nel sociale, amministratori e quanti sono impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali, e cioè che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è la persona nella sua integrità.