«Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi», si legge da secoli nel Messale. Per i cristiani non vi è festa più significativa, talché si dice che «ogni domenica è la Pasqua della settimana».A nessuno sfugge che per generazioni la santificazione della festa è stata segnata da una larga partecipazione popolare e dalla cultura diffusa del primato di Dio e del diritto della persona al riposo settimanale. L’evoluzione delle condizioni socio-economiche ha finito per modificare i comportamenti collettivi e la stessa fisionomia della domenica.Recentemente si è affermata anche nel nostro territorio la prassi di farne un giorno di acquisti, con la conseguenza che negozi e grandi magazzini restano aperti nei giorni festivi, sottratti al giusto riposo di chi vi lavora.Il mai dimenticato Papa Giovanni Paolo II scriveva che il riposo e la distensione «sono necessari alla dignità degli uomini» e alle loro «esigenze religiose, familiari, culturali, interpersonali che difficilmente possono essere soddisfatte, se non viene salvaguardato almeno un giorno settimanale in cui godere insieme della possibilità di riposare e di far festa».Come Pastore della Chiesa di Arezzo, Cortona e Sansepolcro sono lieto di celebrare la Pasqua con la porzione del popolo di Dio che mi è affidato: a tutti rivolgo un augurio e per tutti invoco la Benedizione del Signore.Le ragioni del calendario e il bisogno di lavorare soprattutto in quest’anno di crisi rischiano di non rispettare neppure la Pasqua, che ricorre negli stessi giorni ed è la più grande festa dei Cattolici, degli Ortodossi e degli Ebrei. Ai Cristiani è chiesto di adoperarsi perché, anche nelle difficoltà del nostro tempo, le norme, e le scelte di chi ha responsabilità, tengano conto del loro dovere di santificare il giorno del Signore. Anche i non cristiani sono invitati a rispettare i credenti nei valori che riguardano la loro identità. Occorre fare il possibile per assicurare ai cristiani di poter partecipare almeno all’Eucaristia, con la sua tipica gioia e con il necessario riposo dello spirito e del corpo.Volentieri invito tutti anche gli espositori della Fiera antiquaria e i commercianti della città alla Messa del giorno di Pasqua che presiederò nella Cattedrale di Arezzo domenica 4 aprile alle ore 10.30. Chi, per qualche buona causa di forza maggiore, non potesse venire in Duomo, non dimentichi di onorare la propria fede e la Pasqua del Signore, partecipando alla Messa nell’orario che gli sia possibile. Come abbiamo imparato tutti al catechismo: «Comunicarsi almeno a Pasqua».Riccardo Fontana arcivescovo