Si è svolta ad Alberoro la prima «Giornata del donatore» in coincidenza, quest’anno, del quinto anniversario dalla nascita del locale gruppo donatori «Fratres». Nello splendido scenario dei giardini dell’Oratorio San Marco, è avvenuta la cerimonia della scoperta di una targa a don Giuseppe Tremori, anima e fondatore del gruppo quando era parroco della frazione di Monte San Savino. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza delle locali autorità, del presidente provinciale, dei consiglieri regionali e di numerosi gruppi «Fratres» provenienti dalla provincia di Arezzo.Il numero dei donatori era all’inizio di poco più di venti unità. Ma in questi anni si è quadruplicato e tutto lascia ragionevolmente supporre che il prossimo anno raggiungerà quota 100. In precedenza il corteo con i labari aveva sfilato per un tratto della via principale del paese per recarsi nella chiesa intitolata a San Marco dove si è tenuta la celebrazione durante la quale è stata ricordata la figura di don Tremori, per dieci anni pastore di questa comunità.Sentite e toccanti parole sono state rivolte da parte di un donatore a «questo semplice e umile sacerdote» che fece della carità mirabilmente descritta da San Paolo nella lettera ai Corinzi il suo stile di vita. «Se oggi questo nostro gruppo di volontariato esiste e opera ha affermano il volontario Fratres lo dobbiamo a lui, alla sua tenacia, alla sua costanza, al suo impegno». Commovente il momento in cui la memoria è tornata al passato. «Tutti noi conserviamo un ricordo di don Giuseppe carico d’affetto. Un grande prete che ha lasciato in tutti noi una lunga scia di esempio evangelico, una persona intelligente, illuminata dalla bellezza della verità del Vangelo, sempre motivato nel testimoniarlo come prete, come depositario di un grande mistero che è il ministero apostolico, sempre al servizio degli altri. Mai un’ombra ha macchiato minimamente la sua anima di perfetto ministro di Dio per ben 55 anni. Quanto è stato vicino ai nostri anziani: per loro aveva parole di conforto nella sofferenza, pregava con loro indicando la strada per vivere in pace e serenamente morire».Tante sono le opere lasciate dal sacerdote come perle che ha saputo incastonare nel suo lungo e fertile cammino pastorale: il restauro dei quadri, degli arredi sacri, del tabernacolo, dell’organo, le ristrutturazioni dell’oratorio, e tante altre iniziative nelle quali egli ha messo il suo sigillo. Quindi il ricordo. «Tante sono le immagini che affollano la nostra mente e i sentimenti che portiamo nel cuore nel suo caro ricordo; i presenti alla manifestazione della “Fratres” nella sua parrocchia di Terontola potrebbero ben testimoniare la gioia che don Giuseppe provò quando vide e toccò il nostro labaro».Alla fine della cerimonia i presenti si sono ritrovati a pranzo per degustare cibi, pietanze e buon vino del ridente paese della Valdichiana.