Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Gli studenti del Cortonese a lezione di impresa etica.

Territori socialmente responsabili? Cominciamo da noi». È questo il tema del progetto con cui l’Istituto superiore «Luca Signorelli» di Cortona si è aggiudicato il terzo posto, a livello regionale, nella graduatoria di scuole che hanno proposto attività di promozione della cultura della legalità democratica, previste dalla legge regionale con cui la Toscana sostiene interventi di carattere formativo.Il progetto di quest’anno rappresenta un indirizzo di continuità nelle attività didattico-educative che anche nel passato le scuole del territorio Cortonese hanno svolto a diversi livelli coinvolgendo i vari cicli d’istruzione sulle tematiche della legalità e della cittadinanza attiva. I docenti che hanno lavorato alla progettazione, tra cui Lorena Tanganelli, responsabile del progetto, dichiarano l’intenzione di coinvolgere appieno tutti gli attori sociali (istituzioni, Ong, imprese, insegnanti, studenti e genitori) per una riflessione teorica e un’esperienza pratica che veda i giovani non semplici spettatori ma piuttosto protagonisti di scelte e aperti alla costruzione di un territorio responsabile e solidale.Il tema da trattare, «Fare impresa etica», è senz’altro interessante in un momento storico in cui la politica e la religione, il pensiero filosofico e il mondo scientifico si interrogano sulla necessità di una dimensione «eticamente sostenibile« del vivere. Il nuovo orizzonte dell’economia, sostengono i docenti del progetto, è rappresentato dalla «valorizzazione dell’uomo», vista come «medium» per migliorare l’impresa, il cui obiettivo ultimo non può essere il mero profitto. Ma perché si affermi nel tempo un diverso modo di concepire il mondo della produzione e del consumo, occorrono intere generazioni. Ecco perché, affermano i docenti, «abbiamo coinvolto alunni della scuola elementare, della secondaria di primo grado e delle superiori del territorio comunale di Cortona».Le azioni del progetto, pur nella unitarietà degli obiettivi, saranno diversificate sia per ordine di scuola sia nei singoli plessi, in modo da valorizzare la specificità dell’età e da approfondire più temi possibili in merito all’«etica di fare impresa», cioè al rispetto della sicurezza, dei diritti del lavoratore, della trasparenza, dell’ambiente, ricercando nel proprio territorio esempi di «buone prassi».Collaboreranno al progetto le istituzioni scolastiche presenti nel territorio di Cortona con i loro plessi: oltre all’Istituto superiore «Luca Signorelli» (scuola capofila con il plesso dell’Istituto tecnico commerciale «Laparelli»), anche l’Istituto superiore «Vegni» di Capezzine, la Scuola media «Berrettini Pancrazi» con i plessi di Camucia e Manzano, la Direzione didattica 1° circolo Cortona con tutti i plessi della scuola dell’infanzia, la Direzione didattica 2° circolo Terontola con i plessi della scuola primaria di Terontola, Mercatale, Pergo, Montecchio e Centoia. Sono, inoltre, partner delle varie iniziative collegate al progetto il Comune di Cortona, l’associazione Dog (Dentro l’Orizzonte Giovanile), la cooperativa sociale Athena, la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio e Monna Lisa. «La scelta di questi partner – commentano i docenti coinvolti – ci permetterà di creare una rete di soggetti che condividono l’idea di un territorio come luogo da salvaguardare».Le scuole del territorio hanno già svolto in passato attività sul tema della legalità collegate al progetto di quest’anno: «Laboratorio della città possibile» per promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini nei processi e nelle scelte di governo del territorio; «La città dei bambini2», progetto internazionale del Consiglio nazionale delle ricerche; «Essere responsabili per non rischiare: nuove dipendenze e consumi responsabili». «Le nostre azioni – dicono gli insegnanti – tenderanno a promuovere una cultura d’impresa, che è anche cultura del cittadino, volta a favorire una gestione responsabile nei confronti delle persone e dell’ambiente. Si mira a far comprendere che l’impresa, operatore economico indispensabile per lo sviluppo, non deve perseguire lo sfruttamento dell’ambiente e delle persone, ma innescare un circolo virtuoso e un sistema di gestione rispettoso e compatibile con la vita». di Andrea Laurenzi