Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Nella chiesa di Indicatore un mosaico dà il benvenuto ai fedeli.

Andreina Giorgia Carpenito, formatasi all’Istituto d’arte e all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, sta componendo un mosaico dedicato alla visione di Ezechiele attualmente di 240 metri quadri sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo a Indicatore, alla periferia di Arezzo.Come sarà il mosaico una volta finito?«Il mosaico sarà ampio. I materiali utilizzati variano dal gress porcellanato, maiolica mattonelle da esterno e interno. Insomma tutto ciò che siamo riusciti a trovare di risulta da scarti di cantiere o avanzi di private donazioni. Tonnellate di mattonelle da selezionare».Qual è il tema?«Il grande tappeto musivo descrive la fonte sacra che nasce a Oriente, il bene identificato dalle acque pulite brulicanti di pesci, fiori e alberi da frutto; dall’altro lato, tutto si inquina, le acque salate distruggono i raccolti e la vegetazione muore, così il profeta Ezechiele descrive la nascita del tempio e la salvezza del mondo dal male. Il tutto verrà incorniciato da un ulteriore mosaico realizzato in porfido e altre pietre policrome con inserimenti di mosaico a mattonelle. Giardini con vialetti e panchine istoriate in mosaico, dove il viandante potrà contemplare riposando questo piccolo angolo di paradiso. Nei nostri progetti rientra inoltre la creazione di un altro grande tappeto all’interno della chiesa che descrive l’albero della vita (di 400 metri quadrati) e le 15 colonne che dividono la navata centrale da quelle laterali».Altri lavori per la chiesa?«Nei tredici anni di lavoro sono state realizzate una vetrata nell’abside dedicata alla Trinità (di 80 metri quadrati), quelle che percorrono il muro perimetrale delle navate laterali (sempre di 80 metri quadrati) che si ispirano alla Creazione del mondo, la pala lignea d’altare che descrive la “Discesa dello Spirito Santo”, i cinque dipinti e la vetrata posti nella cappella adiacente alla chiesa per le celebrazioni feriali che parlano dell’«Incontro» con Gesù. E infine la facciata inaugurata quattro anni fa che narra l’Apocalisse di San Giovanni ottenuta lavorando 90 quintali di creta policroma per 240 formelle istoriate poi applicate sulla superficie muraria».Un giudizio sul committente, don Santi Chioccioli?«Tutto nasce come sempre da un incontro casuale con una mia opera, l’unica opera religiosa dipinta fino all’età di 26 anni che per caso viene vista da quello che poi è diventato il mio committente. Un prete veramente coraggioso, energico e pieno di idee, che ama la Chiesa. Dio a tutti noi dà un compito: don Santi Chioccioli è nato per ristrutturare ogni chiesa in cui va. È un prete ”costruttore“».Come era la chiesa di Indicatore prima di lui?«Tutti questi lavori nascono per andare a sopperire a carenze strutturali ed estetiche. La chiesa sorge negli anni Sessanta ed è esteticamente molto spartana, costruita su terreno di riporto vicino alla ferrovia. Negli anni l’abside stava cedendo; il pavimento si è abbassato di molti centimetri tanto da far pensare a una demolizione e alla nascita di una nuova costruzione che sarebbe dovuta sorgere al centro del paese. Da qui l’idea di correre ai ripari. Per fortuna c’erano i fondi della Comunità europea. Io mi sono innamorata di questo progetto come molti altri e per ogni lavoro siamo andati avanti autofinanziandoci. Abbiamo sempre fatto con l’indispensabile; la maggior parte delle volte io e il parroco come manovale; in altre occasioni con la gente del paese. Spiego tutto questo per far comprendere quanto sacrificio ha comportato a livello economico».Adesso il mosaico sul sagrato.«Questo è il mio primo mosaico e ho imparato direttamente sul campo. Questo è un particolare di un’opera unica che terminerà tra qualche anno. La prossima primavera ne inaugureremo una parte». di Luca Tognaccini