Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Ad Arezzo in mostra i presepi dal mondo.

Resta aperta fino al 9 gennaio la mostra dei presepi dal titolo «Popoli e presepi» allestita nel Palazzo dei Priori in piazza della Libertà ad Arezzo. Un omaggio all’ingegno dei tanti artisti (pittori, scultori, ceramisti, incisori di legni pregiati) che con la loro opera hanno contribuito a eternare la nascita di Gesù. Sono esposti 300 presepi, provenienti da tutto il mondo

L’evento, sostenuto dal sindaco Giuseppe Fanfani, è interessante per la singolarità del suo significato che vuole evidenziare come il presepe faccia parte della cultura e dell’arte di tutti i popoli. La grande moltitudine di presepi oggi sul mercato appartiene all’America centro-meridionale, incluso il Messico posizionato nel centro-nord, senz’altro correlata con la forte presenza del cattolicesimo in queste parti del continente. Quasi tutti i manufatti vengono realizzati in terracotta dipinta e presentano dimensioni per lo più ridotte, a testimonianza della modesta rilevanza dei laboratori artigianali. Un cenno particolare merita il Perù, per il numero assai elevato di piccoli presepi, prodotti per il mercato internazionale. Molti si possono scoprire dentro la locale tazzina da caffè, il «tocto» e sono lavorati da un gruppo di artigiani che vive lungo le sponde del lago Titicaca. Un fine sociale altrettanto importante è quello dei presepi realizzati dai detenuti all’interno delle carceri di Lima. La vendita di queste miniature permette loro di provvedere al sostentamento della propria famiglia.

Nella produzione presepistica degli ultimi anni trovano posto alcuni Paesi asiatici come l’India, il Nepal, il Vietnam, il Bangladesh, le Filippine, il Giappone e soprattutto la Cina da cui provengono una enorme quantità di presepi, in larga misura presenti anche in Italia. Producono presepi anche alcuni Paesi africani, già colonie europee, quali il Madagascar, il Kenia e la Tanzania nella parte orientale del continente e la Costa d’Avorio con il Burkina Faso.

Diversi produttori, in omaggio alla propria terra, hanno trasferito nei singoli personaggi del presepe i caratteri somatici e i costumi tipici degli abitanti del luogo. Si possono così riconoscere, nei componenti della sacra famiglia e nei visitatori, i tratti asiatici degli indù, dei tibetani, dei nepalesi o quelli di antiche popolazioni precolombiane, come i maya e gli aztechi messicani o gli inca peruviani.

Minime variazioni si trovano pure nella natività di alcune regioni italiane come la Sardegna, che ha inserito il nuraghe e il muflone al posto della capanna e del bue. La Puglia invece usa spesso un delizioso trullo dove far nascere Gesù, mentre la Basilicata offre al turista un presepe in miniatura dentro la riproduzione in pietra della «città dei sassi», Matera. La Campania è una delle regioni che ci fanno amare il Natale attraverso la singolarità delle proprie produzioni. L’Umbria si pone al mondo ormai da secoli per i pregevoli manufatti in ceramica, soprattutto nella località di Deruta. Fanno parte di questa produzione anche artistici pezzi da presepe. Del resto, proprio a Greccio, la vigilia di Natale dell’anno 1223 san Francesco iniziò la tradizione del presepe vivente, che in seguito avrebbe favorito il sorgere di iniziative similari.

La mostra può essere visitata dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 16.

Adua Bidi Piccardi