Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Nel monastero di Santa Marta una casa «donata» ai disabili.

E’ stato un tuffo nella storia quello che ha spalancato le porte dell’ex convento di Santa Marta. Una storia lunga di secoli ma anche vicina a noi in un angolo caro ai cittadini di Sansepolcro che con un soffio è tornata alla luce come la copertina di un vecchio libro ricoperto di polvere. Quel soffio è stato rappresentato dalle parole del vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara, anima di questa storia che guarda al futuro nella segno dell’accoglienza.«Dopo di noi» è il nome del progetto che ha portato a far rivivere l’antica struttura del monastero dove, come ha ricordato il vicario generale, per secoli le suore clarisse Cappuccine hanno seguito la loro regola coniugata all’amore per il prossimo. Infatti anticamente una parte del monastero era adibita a ospizio per infermi e malati. E questa eredità spirituale e culturale delle clarisse sembrava destinata ad andare perduta dopo il 16 aprile 1994 quando il convento fu chiuso e le poche monache rimaste trasferite a Firenze e Mercatello sul Metauro.Invece oggi quelle mura vanno a ospitare diverse attività dedicate ai diversamente abili. Laboratori, centro diurno e in futuro appartamenti e un centro di aggregazione per far sbocciare diverse abilità di chi da solo non può farcela ma rappresenta un tesoro prezioso per la comunità.L’inaugurazione è avvenuta sabato 8 gennaio alla presenza dell’arcivescovo Riccardo Fontana che ha invitato la comunità alla concretezza attraverso l’episodio di Marta e Maria narrato nel Vangelo di Luca: «Per andare in cielo a contemplare Cristo come santa Maria – ha detto il presule – bisogna sporcarsi le mani nel lavoro di ogni giorno come santa Marta. Sono lieto perché questa casa dà ai diversamente abili la possibilità di ritornare soggetto e richiamare la gente alla realtà».Il melograno d’oro, simbolo di questa ricchezza, è proprio il nome dell’associazione che qui ha la sua sede e che, tra l’altro, aprirà un centro d’ascolto per le famiglie con figli disabili affinché possano condividere la loro esperienza e trovare sostegno.Un’esperienza innovativa che ha visto la collaborazione di molti soggetti a partire dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che ha acquisito i locali e è stata il motore di questo ambizioso progetto del valore di 1 milione e 388 mila euro. Essenziale il contributo di Comunità Montana, della Conferenza dei sindaci, di Provincia, Regione e Asl8 nonché del volontariato locale.È stata questa unità di intenti a rendere possibile la nascita di questa nuova realtà che nel 2007 al termine dei lavori sembrava in stand-by per motivi burocratici e mancanza di fondi. «Siamo riusciti ad applicare completamente – afferma Enrico Desideri, direttore generale della Asl8 di Arezzo – un indirizzo regionale vecchio di dieci anni e mai messo in atto, un indirizzo orientato ad avvicinare le famiglie dei disabili al proprio territorio». E adesso questo percorso che rappresenta un «unicum» in Toscana sarà riproposto in tutta la regione. La struttura sarà gestita dalla cooperativa San Lorenzo con il supporto del Centro di Agazzi che metterà a disposizione l’esperienza nel settore. di Elena Girolimoni