Arezzo - Cortona - Sansepolcro

I genitori protagonisti della catechesi dei figli.

«La catechesi familiare aiuta i genitori a riscoprire il loro personale cammino di fede e favorisce la crescita spirituale dei figli molto più che il catechismo staccato dalla famiglia». È quanto scritto nella lettera consegnata alle famiglie all’inizio dell’anno catechistico nella parrocchia di San Leo nel vicariato di Anghiari-Monterchi. Una missiva per invitare i genitori a incontri che si svolgono nell’Oratorio con cadenza quindicinale e per spiegare che «la parrocchia, che vuole promuovere un’efficace iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, non può fare a meno dell’apporto educativo specifico dei genitori, né sostituirsi ad essi, ma deve semplicemente valorizzare il loro “ministero di evangelizzazione” e aiutarli a svolgerlo».Da qui l’esperienza giunta al quarto anno di vita che alcune mamme hanno voluto iniziare anche in questa piccola parrocchia in cui il catechismo strutturato non esisteva. Abbiamo voluto proporre ai genitori una partecipazione ancora più fattiva al cammino di fede dei figli. Volentieri ho messo a servizio la mia collaborazione cercando di far maturare in tutta la comunità parrocchiale la consapevolezza che il ruolo di primi educatori alla fede è dei genitori, premurosamente accompagnati.La catechesi non può essere rivolta solo ai piccoli ma a tutto il contesto familiare, perché, aiutato a riscoprire le ragioni della propria fede, sia in grado di trasmetterla ai figli. Per far sì che ciò che annunciamo sia poi vissuto non possiamo fare a meno della famiglia. Ma si lamenta da ogni parte la mancanza di un metodo adeguato per «agganciare» gli adulti spesso così indaffarati da non potersi fermare a riflettere sui valori essenziali della vita. Noi catechiste siamo chiamate a trovare nuove strategie e a uscire dai rassicuranti vecchi schemi scolastici accettando anche apparenti sconfitte, disposte ad annunciare Cristo in ogni modo, opportuno e non opportuno, come diceva l’apostolo Paolo.Quest’anno tutti i genitori con i loro figli sono stati invitati a confermare il loro impegno durante il mandato in parrocchia insieme alle catechiste. Abbiamo curato la liturgia perché fosse partecipata da tutti. In questi casi più che un discorso è eloquente il segno: viene consegnato ai bambini il seme della fede (un bulbo di tulipano ) dato ai figli con il Battesimo, un vasetto ai genitori dove esso potrà fiorire nella terra buona della famiglia e anche un piccolo innaffiatoio alle catechiste, anche loro strumenti della grazia di Dio che irriga e fa crescere.Con l’inizio del catechismo dell’iniziazione cristiana e la conseguente celebrazione dei Sacramenti in parrocchia, le famiglie sono state favorite a relazionarsi fra di loro. Sono stati ripristinati con il contributo di tutti i locali dell’Oratorio dove ci incontriamo per il catechismo con le famiglie e dove si svolgono le feste parrocchiali.Durante l’anno con insistenza abbiamo proposto incontri e tante altre occasioni in cui poter dialogare con le famiglie. Specialmente dove i numeri sono già esigui, una ventina di famiglie, spesso ci si deve accontentare di un piccolo resto. Ma credo che, siccome viene lasciata la massima libertà, questo lievito è veramente prezioso e vale ogni sforzo. Da segnalare la nuova attività del doposcuola all’Oratorio creata dalle mamme dei ragazzi già cresimati.Così la famiglia non solo è l’oggetto ma anche il soggetto della catechesi. Quindi ancora maggiore cura deve essere rivolta all’intera famiglia – sposi e figli – di chi svolge in parrocchia il ministero di catechista. L’opera di evangelizzazione è più efficace se la coppia, unita e concorde, rende testimonianza e annuncia con la vita il messaggio di salvezza.Del resto i genitori, definiti « primi araldi della fede», hanno il compito di guidare i figli a una sapiente ricerca e scoperta di Dio, sostenuti dalla grazia del Sacramento del matrimonio e animati dalla catechesi ricevuta in parrocchia. di Laura Taddei