Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il circolo «Verso l’Europa» rende omaggio alla Fuci.

Inaugurazione in grande stile per il 41° anno culturale del circolo «Verso l’Europa» guidato da Donato Palarchi. Per l’occasione è stato presentato il libro «L’altra giovinezza – Gli universitari cattolici dal 1935 al 1940» di Tiziano Torresi. Giovanissimo l’autore. E in gran parte giovane il folto pubblico che ha affollato il salone che l’Associazione industriali di Arezzo ha gentilmente concesso.Ha presieduto Gerardo Bianco, ex ministro Dc della pubblica istruzione, che ha delineato alcune analogie con l’attualità circa le prese di posizione della Chiesa e i compromessi e le forme d’intesa a cui si perviene. È seguito il saluto di Donato Palarchi e di Domenico Giani, il direttore «aretino» dei servizi di sicurezza della Città del Vaticano che annualmente offre un segno di amicizia e un riconoscimento all’attività che il circolo pone in essere per diffondere l’idea d’Europa.Il primo relatore che ha presentato il volume è stato Paolo Nepi, professore all’università Roma Tre, il quale ha affermato che la Fuci ha forgiato un laicato vivace e responsabile. Molti i nomi usciti dalla Fuci che daranno una grossa impronta alla storia d’Italia successiva: per tutti basterà citare Moro, Andreotti e l’assistente spirituale, che poi diventerà Papa, Giovan Battista Montini. È nella Fuci che matureranno le premesse che portarono all’azione dei cattolici alla Costituente. L’altro relatore, Federico Manzoni, anch’egli giovanissimo, ha reso omaggio all’onestà intellettuale del lavoro di Torresi non nascondendo le ombre del comportamento della Fuci: appoggiò la guerra d’Etiopia, non criticò l’entrata in guerra dell’Italia e in sostanza si illuse di temperare le pulsioni autoritarie del fascismo. Comunque non ha nascosto i meriti che la Fuci ebbe nella formazione di un laicato cattolico più aperto e responsabile.Matteo Ferrari, monaco camaldolese, ha ripercorso il rapporto tra Camaldoli e la Fuci che era nato negli anni Trenta e continua anche oggi. Un rapporto fecondo per gli studenti e per i monaci che vivono la loro vita nella gratuità e nell’esercizio dell’ascolto degli uomini del loro tempo. «È una festa dell’amicizia quella che ci lega a Palarchi e al circolo “Verso l’Europa”», ha esordito l’autore. Torresi ha spiegato che il mondo degli studenti cattolici degli anni Trenta non era un monolite, bensì ricco di sfaccettature, illusioni ed errori. Quale insegnamento trarre da quei giovani? L’amicizia autentica, vivere l’università come palestra dello spirito, vivere il proprio presente in maniera cristiana. È quanto hanno fatto quei giovani in un tempo difficile.In conclusione Palarchi ha ricordato la ricorrenza proprio quest’anno del 25° del comitato «Amici di don Vittorione» che opera nel dare aiuto alle popolazioni africane. Quest’anno, grazie alla collaborazione di una importante e innovativa impresa aretina, c’è l’impegno di studiare, da parte di amici esperti i terreni della diocesi di Kigoma, Tanzania, amministrati dal vescovo Protase, per un eventuale uso produttivo. Mentre Palarchi annunciava tale impegno, è stato realizzato un collegamento via computer con Protase a Kigoma che ha rivolto parole di gratitudine agli aretini. Fra i presenti in sala monsignor Bernard Nsayi, vescovo emerito di Mkayi in Congo, il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e il vice prefetto Rosalba Guarino.Come di consueto il Circolo, all’inizio dell’anno, ha celebrato anche la «Giornata della pace». Quest’anno l’iniziativa ha visto una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Nsayi. Nell’omelia il presule africano ha toccato i temi dello sviluppo, nuovo nome della pace, come afferma Paolo VI nella «Popoulorum Progressio». Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. «Per essere sviluppo autentico – ha sottolineato – deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo».