«Ci vogliamo accorgere che c’è gente che non ha i soldi per pagare la bolletta della luce?». Sono state parole chiare e inequivocabili quelle rivolte dall’arcivescovo Riccardo Fontana nella sua omelia pronunciata nel giorno della Madonna del Conforto. Nasce da questa constatazione del pastore della chiesa aretina-cortonese-biturgense e dall’auspicio che «non ci sia nessuno che non trovi ascolto, non ci sia persona a cui non si dia una risposta, nessuno che si senta abbandonato» e che «fiorisca, accanto alla carità di ogni parrocchia, quella di tutti noi insieme», la Quaresima di carità 2011.Un’iniziativa, che dopo l’impegno per la Terra Santa dello scorso anno, con la staordinaria raccolta per i cristiani della terra del Signore, torna a guardare al territorio aretino e cerca di dare una risposta alle difficoltà crescenti delle famiglie aretine.«La grande crisi che stiamo attraversando non è passata – spiega il direttore della Caritas diocesana don Giuliano Francioli – anzi, con l’esaurimento dei fondi destinati alla cassa integrazione, rischia di aggravare le condizioni di precarietà». Affermazioni che sebbene possano apparire allarmistiche nascono dall’esperienza di tutti i giorni. Dalla Caritas diocesana di via Fonte veneziana e dalle Caritas parrocchiali, infatti, di gente ne passa sempre di più, e tanti sono i volti nuovi. I volti di giovani italiani, aretini che hanno perso il posto di lavoro, giovani madri abbandonate, e che magari non sanno come far fronte ad una spesa imprevista. «Sono aumentati i flussi nei Centri di ascolto di coloro che si trovano in difficoltà economica – continua don Francioli -. Ma soprattutto sono precipitate nella zona grigia dell’insicurezza e della vulnerabilità, con forti rischi di impoverimento, molte famiglie che credevano di avere un lavoro sicuro e che hanno acceso mutui per la casa e finanziamenti per le spese domestiche».«L’attuale difficoltà economica interpella le comunità cristiane – continua il direttore della Caritas -. L’obiettivo più immediato è creare le condizioni perché la rete di solidarietà sia in grado di intercettare e raggiungere le persone che si trovano in situazioni di emergenza, a causa della perdita del lavoro o della drastica riduzione dello stipendio».Da questa constatazione nasce la Quaresima di Carità 2011, un’iniziativa per mostrare che la Chiesa c’è e che oltre alle tante iniziative nate per cercare di venire in aiuto alle famiglie in difficoltà vuole fare di più. Parliamo per esempio del fondo speciale di solidarietà istituito due anni fa, dei contributi per le utenze, del contributo per latte in polvere e pannolini pensato per coloro che hanno bimbi piccoli, e tanti altri servizi. Tuttavia, questa crisi iniziata oramai nel 2007, sembra ancora lontana dal concludersi.Don Giuliano Francioli auspica che «i parroci siano i primi a sensibilizzare i fedeli perché vivano la Quaresima con un rinnovato slancio di solidarietà» e che al grido che innalziamo al Padre «Dacci sempre questo Pane» (Gv 6,34) segua l’impegno di «dare voi stessi da mangiare».Tutto quello che verrà raccolto, oltre a incrementare il fondo diocesano, verrà in parte ridistribuito alle Caritas parrocchiali perché possano intervenire direttamente nel territorio, e presto, se ne possano costituire di nuove. Presso la Curia e la Caritas diocesana sono disponibili manifesti informativi e dei salvadanai da distribuire alle famiglie e ai bambini del catechismo, come pure il bilancio del Fondo di solidarietà e le modalità di distribuzione della raccolta quaresimale alle parrocchie che hanno la Caritas e il regolamento per le erogazioni della Caritas diocesana alle famiglie segnalate dai parroci. di Luca Primavera