Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«È ora di svegliarsi dal sonno» I laici aretini si confrontano.

Il documento assembleare dell’Azione cattolica diocesana, rappresenta un importante contributo di riflessione e di meditazione anche per noi aclisti che improntiamo la nostra azione alla promozione dei lavoratori e cerchiamo di operare per una costruzione di una società orientata allo sviluppo integrale della persona secondo democrazia e giustizia. Alla luce di questo é molto importante recuperare una visione della Chiesa «profetica ed evangelica», alzando anche la voce, se necessario, per ricordare e ricordarci che gli elementi della prassi non possono mai oscurare lo Spirito. Fondamentale è scoprire e riscoprire la grande stagione del Concilio Vaticano II che non è un pezzo di storia da archiviare in fretta, ma rappresenta linfa vitale per l’impegno di ogni giorno. Come Acli ci sentiamo positivamente provocati dal rilancio della figura del laico cristiano, adulto e maturo nella fede, autentica «pietra viva che contribuisce, insieme al clero, alla costruzione dell’unico edificio spirituale», come recita il documento e che invece per troppo tempo è stato dipinto come un personaggio ribelle e capriccioso. Il mondo è il luogo dell’impegno del laico cristiano dove è necessario esercitare la virtù del discernimento per distinguere le «cattedrali del bene» dalle «strutture di peccato» e dal mondo si leva un grido di dolore che non ci può lasciare indifferenti. Si producono molti documenti in cui si fanno continui riferimenti alla persona umana che però appare come una figura astratta e totalmente disincarnata. Non è questo il caso delle pagine redatte dall’Azione cattolica, nelle quali si avverte tutta l’attenzione all’uomo concreto ed immerso nelle bellezze e nelle difficoltà dell’esperienza quotidiana. Del tutto condivisibile è il richiamo a non ridursi al «partito della bioetica»: giusto difendere la vita dall’inizio al suo termine naturale, ma è ancora più urgente occuparsi della vita «durante» , in tutte le sue dimensioni, dal lavoro al riposo, dalla famiglia alla parrocchia. Per questo come aclisti diciamo all’Azione cattolica che dobbiamo agire e agire insieme. Non più sognando improbabili forme di unità politica o mirando ad ottenere fette di potere, ma operando in tutti i settori della vita pubblica con una coraggiosa testimonianza di rettitudine e di competenza. Ai cristiani di Roma san Paolo lanciava un deciso monito: «E’ ormai tempo di svegliarvi dal sonno» (Rm 13,11). Non è il momento di tacere di fronte, ad esempio, al degrado dell’etica pubblica e ad un imbarbarimento della società. Occorre dunque svegliarsi per uscire dagli steccati e abitare il presente nella fedeltà a valori come la dignità e la libertà della persona, il bene comune, la solidarietà sociale, la giustizia sociale, la democrazia partecipata, la portata personale e collettiva della cultura e dell’educazione.Enrico Fiori presidente Acli Arezzo Il grande fermento che vi è da tempo nella diocesi aretina rappresenta, ed anzi anticipa, il fermento che si riscontra nel mondo cattolico a livello nazionale: è una consapevolezza che deriva dalla personale partecipazione, in primo luogo, alla 46esima settimana sociale tenutasi nell’ottobre 2010 a Reggio Calabria ed ancor prima all’edizione precedente tenutasi a Pisa e Pistoia. Anche in una terra drammaticamente oppressa e economicamente disagiata come la Calabria si è sentito chiaro questo risveglio di coscienze, soprattutto da parte dei giovani. Un risveglio gioioso, lo dico senza retorica, che profumava di libertà: anzitutto la possibilità di intravedersi finalmente liberi dal giogo delle mafie e padroni del proprio futuro. E’ necessario allora che anche in una realtà come quella aretina, provata soprattutto dalla crisi economica e dalla crisi della politica, si consolidi quest’azione amplificatrice per favorire un risveglio delle coscienze, cui può contribuire in maniera determinante il mondo delle associazioni. Si assiste finalmente ad un modo nuovo di rapportarsi tra le varie organizzazioni di laici cristiani impegnati: si superano le sottili incomprensioni e le latenti chiusure del passato e si instaura un clima nuovo alla ricerca di un forte amalgama, soprattutto grazie all’azione decisa del nostro Vescovo che ha dato concreto seguito alla lettera enciclica «Caritas in Veritate». La missione della «Consulta dei laici», di cui si discute in questi mesi in diocesi, è quella di avere sempre maggiore attenzione sociale ai segni dei tempi per avere una Chiesa che vive attivamente e pulsa con tutta la comunità in cerca di risposte per il bene comune. Un segno dei tempi, ad esempio, è senza dubbio costituito dall’accresciuta sensibilità per la libertà in tutti gli ambiti dell’esistenza: il desiderio di libertà rappresenta un terreno d’incontro tra l’anelito dell’uomo e il messaggio cristiano che la completa con l’amore. Ma per essere liberi anzitutto, «bisogna conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni e il suo carattere spesso drammatico», come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II: discernere diviene il primo e più grande contributo alla libertà individuale e collettiva. Oggi, purtroppo le persone fanno sempre più fatica a sentirsi veramente libere e a dare un senso profondo all’esistenza: siamo disorientati, ripiegati su noi stessi, narcisisti, mentre dilagano il desiderio ossessivo di consumo, l’ansia e l’incapacità di sperare. Un contributo al discernimento da parte dei laici cattolici, tuttavia, può venire solo se saremo testimoni credibili ed autorevoli, prima di tutto con la nostra testimonianza personale e di vita. Non isolarsi rimpiangendo il passato, quindi, ma prepararsi per essere solidali tra la gente, a «sporcarsi le mani» restando sempre alla luce della Verità e della dottrina socialeGiovanni Grazzini presidente Da cristiani in politica

La proposta dell’Azione cattolica in un tempo in cui la Chiesa insiste sull’urgenza del compito educativo diventa particolarmente importante. Noi di Ac rilanciamo la proposta di gruppi che sanno mettere al centro la persona». Sono state queste le parole del presidente nazionale di Azione cattolica, Franco Miano, durante l’assemblea diocesana dell’Ac di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, svoltasi a San Leo. «Oggi la vita della persona è frantumata, spezzata, da conflitti e da tensioni. In questa situazione l’Azione cattolica vuol farsi punto di riferimento per tutti», ha detto Miano. Durante l’Assemblea è stato presentato anche un documento nel quale si sottolinea la necessità di ripartire dai «valori cristiani» per «invertire la rotta del declino morale e culturale, prima ancora che economico, della nostra civiltà» cercando la condivisione con «tutti gli uomini di buona volontà» ed evitando «di lasciarsi rappresentare esclusivamente come il «partito della bioetica». Al centro la necessità di «rilanciare la figura del laico e superare le divisioni all’interno delle nostre comunità». «A quarantacinque anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, gli entusiasmi per una Chiesa “profetica ed evangelica” paiono essere stati posti in secondo piano», si legge nel documento assembleare. Per l’Ac diocesana questo particolare momento storico va affrontato rilanciando «la figura del laico cristiano non quale surrogato, bensì come pietra viva che contribuisce insieme al clero, alla costruzione dell’unico edificio spirituale». Per l’Azione cattolica il «riprendere al più presto coscienza di questa vocazione e delle modalità in cui essa si esercita nella Chiesa» è una vera e propria «urgenza» nella quale è in gioco «il futuro della nostra Chiesa locale nei prossimi decenni». L’Assemblea diocesana di Azione cattolica ha fatto da preludio all’assemblea nazionale di Ac che si svolgerà nelle prossime settimane. «In ogni Ac diocesana – ha spiegato il presidente Miano – deve crescere la consapevolezza del ruolo decisivo che abbiamo oggi nel campo dell’educazione e dell’impegno per il Bene comune».