Arezzo - Cortona - Sansepolcro

A Sansepolcro risuona la storia.

E’ stato un fine settimana scandito dal ritmo della storia quello appena trascorso per la città di Sansepolcro ancora nel pieno delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Mentre sotto le logge di Palazzo delle Laudi risuonava la fanfara delle gloriose «piume nere» nell’auditorium si celebrava la memoria di un musicista biturgense risorgimentale rimosso dalla memoria collettiva. Nei giorni scorsi Sansepolcro è stata infatti teatro del secondo raduno interprovinciale dei bersaglieri. Ben due fanfare, quella di Siena e quella di Montevarchi hanno sfilato per le strade e le piazze della città pierfrancescana e acclamate dal calore della folla. L’iniziativa, voluta dalla sezione biturgense dell’associazione nazionale bersaglieri è stata patrocinata dal Comune. Domenica la città si è svegliata ancora al suono delle fanfare conducendo due cortei da Porta del Ponte, verso le due porte principali della città. Porta Fiorentina e Porta Romana per poi ricongiungersi in piazza Berta al tipico passo di corsa. L’Unità d’Italia coincide anche con il duecentenario dalla nascita del musicista biturgense Pompilio Casotti, da qui l’occasione di riscoprire questo personaggio rappresentativo delle temperie risorgimentale attraverso una due giorni promossa da molte associazioni del territorio. Proveniente da una famiglia di musicisti romana che dal ‘700 nell’arco di 100 anni ha dato alla luce oltre dieci musicisti Pompilio ebbe natali biturgensi come gli altri tre fratelli tutti dediti alla musica, in seguito alla fuga del padre Agostino da Roma all’arrivo dei francesi. Agostino trovò rifugio in Toscana e si stabilì a Sansepolcro nel 1824. Pompilio esordisce nella banda militare del granduca fino a diventare direttore di due teatri di Livorno e di altre associazioni. Il convegno ha privilegiato l’aspetto musicologico a partire dalla catalogazione di oltre 180 brani nota tra canzoni e composizioni mentre le notizie biografiche sono scarse. Tuttavia la sua produzione musicale rispecchia i fervori e le vicende del periodo. Negli anni ’47 ’49 quando Livorno ha vissuto il momento più caldo del Risorgimento toscano, Pompilio si è trovato coinvolto da legittimista componendo un Inno alla Guardia Civica e a Pio IX poi quando il Granduca scappa aderisce apertamente ai mazziniani e compone un inno all’Italia. In seguito nel ’59 a Sansepolcro viene pubblicato un «Inno dei Toscani» su parole di autori livornesi stavolta dedicato «Al Magnanimo Re Vittorio Emanuele dei Toscani»Elena Girolimoni