Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il precedente.In Valtiberina quindici ghanesi accolti dalla Confraternita.

Due anni per attraversare il deserto, sei mesi per «guadagnarsi» il viaggio della speranza. Poi l’Italia, Lampedusa e infine i monti della Valtiberina, la nebbia e la neve, mai viste prima, a condire un’attesa infinita in bilico tra speranza e disperazione. Non è la prima volta che il territorio aretino accoglie profughi. Per alcuni mesi a cavallo del 2008 e del 2009, la confraternita di Misericordia della Valtiberina, in collaborazione con la Prefettura di Arezzo, si prese cura di quindici rifugiati ghanesi in una struttura ricettiva nei pressi di Sestino. I giovani avevano alle spalle una storia incredibile, con un lungo e drammarico viaggio iniziato a bordo di due «carrette» del mare, una delle quali affondò trascinando verso la morte il suo carico di vite. Per gli altri invece, una volta arrivati in Italia, cominciò l’odissea, in attesa di poter regolarizzare la propria situazione. Una parte del gruppo arrivò in Valtiberina. Erano tutti provenienti dal Ghana, ma non si conoscevano. Connazionali con un comune destino: arrivare in Valtiberina e rimanere in «stand by» per mesi, a stretto contatto l’uno con l’altro. In quell’occasione gli africani furono seguiti anche dal gruppo giovani e giovanissimi della parrocchia del duomo di Sansepolcro. Un’esperienza di confronto unica, con individui provenienti da luoghi molto lontani ma con una umanità tanto simile alla nostra. Nei giorni di permanenza in Valtiberina dei ghanesi ci fu anche l’occasione per un momento di preghiera condiviso con alcuni giovani biturgensi. Un piccolo esempio di accoglienza di cui è capace la Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.