A Sestino l’antichissima rappresentazione del Venerdì Santo, già detta «degli incappucciati» per la processione cui partecipavano i confratelli della Misericordia, in lunga teoria, con il volto coperto, in epoca moderna si è arricchita di «scene» rievocative, molto aderenti ai momenti della passione e crocifissione di Gesù. Una folla, anche quest’anno, ha reso bella e suggestiva la rappresentazione. La scenografia è l’intero paese. Molto realistica e aderente al Vangelo la composizione dei «quadri» all’interno della processione. Il Cristo, a piedi nudi, con a lato i due ladroni, porta la croce lungo tutto il tragitto, guardato da vicino da soldati romani a cavallo; dietro, già a prefigurare gli eventi, la statua del «Cristo morto», una interessante opera d’arte dell’ ultimo ‘600, seguita da una «Madonna addolorata», portata da giovanette. La banda musicale scandisce tratti di un pregare intervallato da silenzi e religiose riflessioni.Poi le luci alle finestre si dileguano mentre la «turba del popolo» sale verso il Golgota locale e all’improvviso, in alto, la scena della crocifissione attrae non solo gli sguardi ma il cuore di quanti si sentono compartecipi di un avvenimento lontano, che ora la visione concreta fa sobbalzare di nuove emozioni.Giancarlo Renzi