Un appuntamento da non perdere il decimo raduno dei polentai d’Italia che si terrà il sabato 29 e domenica 30 maggio a Monterchi, giorni in cui il paese altotiberino aprirà le porte ad una manifestazione unica nel suo genere. In ogni angolo o strada del centro storico saranno allestiti dei padiglioni per dare spazio ai sedici gruppi aderenti all’Associazione culturale dei polentai d’Italia, provenienti da tutta la penisola, che si prodigheranno per offrire ai visitatori una degustazione delle polente tipiche dei propri luoghi e condite nei modi più vari: dal ragù alla carne di vitello, dal suino alla papera, ma anche al baccalà, al merluzzo e alle acciughe. Il merito dell’organizzazione va principalmente alla Pro Loco di Monterchi e a tutti i volontari che con instancabile entusiasmo animano questa importante realtà. Lo testimoniano le parole dell’attuale presidente Giuseppe Martellini, che vede nella manifestazione culinaria dei polentai d’Italia una «linfa vitale per il territorio, un vettore indiscutibile di valori quali l’amicizia e la riscoperta delle tradizioni, un festival appetitoso all’insegna della convivenza civile». Sarebbe comunque un errore ricondurre la manifestazione ad un semplice evento gastronomico, dal momento che la polenta ha rappresentato per anni il principale alimento delle popolazioni rurali, divenendo per questo simbolo privilegiato del forte legame che lega le generazioni attuali con quelle dei padri. E Monterchi in questo senso ha senz’altro molto da testimoniare, dal momento che qui, da più di trent’anni, viene allestita, ogni terza domenica di settembre, la sagra della polenta organizzata da persone che nel corso del tempo hanno saputo mantenere salda l’identità rurale, l’amore per la propria terra e la fedeltà alle tradizioni, nonostante la forte, e a volte illusoria, spinta globalizzatrice che tende a coinvolgere ogni aspetto della persona e della sua esistenza.Ketty Massi