Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Avvento con i camaldolesi a San Michele di Arezzo.

Bucano la neve per scendere in città. Bucano la neve che da qualche giorno circonda il monastero e immerge l’eremo di Camaldoli. Bucano la neve per riproporre la loro missione di predicatori: spiegare la Parola di Dio. E spiegarla nel centro di Arezzo, dalla chiesetta di San Michele: da qualche anno non è più parrocchia e anche per questo prova a ritagliarsi uno spazio diverso. La chiesa della parola. Un ruolo riconfermato sabato scorso, quando le suore paoline hanno portato uno dei migliori biblisti italiani, don Benito Marconcini. E la chiesa per una sera si è ritrovata a panche piene, come forse non accadeva neanche negli anni gloriosi della parrocchia. Ora la Parola chiude una porta e apre un portone. Il percorso biblico dell’Avvento.Uno dei due percorsi proposti ormai da quattro anni. Uno in Avvento e l’altro in Quaresima. Uno verso il Natale e uno verso la Pasqua. Per mano a biblisti aretini e non. Ma che da un paio d’anni è ritornato camaldolese. Camaldolese come era la chiesa alle sue radici. Camaldolese perché la comunità dei monaci si alterna al tavolino di San Michele, al centro della parrocchia della Pieve. Quattro incontri. Il primo mercoledì scorso, gli altri nei prossimi mercoledì. Quattro tappe verso il Natale. Quattro tappe per tutti. Perché i monaci si limitano (si fa per dire) a raccontare la Parola della domenica dopo. Dando quest’anno uno spazio ancora più ricco non solo al Vangelo ma anche alle lettere di San Paolo.È l’Anno Paolino, la stessa occasione che ha spinto don Benito Marconcini a lasciare la sua Firenze per un sabato aretino, e la diocesi, su indicazione del vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, ha deciso di dargli particolare rilievo. «Non spegnete lo Spirito»: il titolo del percorso è tratto proprio da San Paolo, dalla Lettera ai Tessalonicesi letta in una delle quattro domeniche di Avvento. Ogni mercoledì, alle 21.15: bucando il freddo della sera, ma facendolo per andare ad ascoltare chi buca la neve. Quei monaci che negli ultimi anni sono tornati più che mai al centro della diocesi: ad esempio con la straordinaria veglia che ogni anno animano in Cattedrale per la Madonna del Conforto. E che al centro saranno in questi quattro incontri, proposti dalla Comunità del Sacro Cuore e dal Vicariato Urbano. Da qui al Natale. Un Natale di crisi ma che per questo potrebbe rivelarsi il Natale nel quale riconciliarci con le radici della nostra fede. Radici profonde. E magari anche innevate.