Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Caso Englaro e Cl Arezzo: «Ribaltati bene e male».

«Capire le ragioni della fatica è la suprema cosa nella vita, perché l’obiezione più grande alla vita è la morte e l’obiezione più grande al vivere è la fatica del vivere; l’obiezione più grande alla gioia sono i sacrifici. Il sacrificio più grande è la morte». Con queste parole di don Luigi Giussani inizia la riflessione di Comunione e liberazione di Arezzo sul caso di Eluana Englaro. Il movimento si pone alcune domande: «Che società è quella che chiama la vita “un inferno” e la morte “una liberazione”? Dov’è il punto di origine di una ragione impazzita, capace di ribaltare bene e male?». Per Cl, l’annunciata sospensione dell’alimentazione di Eluana «è un omicidio. La cosa è tanto più grave in quanto impedisce l’esercizio della carità, perché c’è chi si è preso cura di lei e continuerebbe a farlo. Nella lunga storia della medicina il suo sviluppo è diventato più fecondo quando, in epoca cristiana, è cominciata l’assistenza proprio agli “inguaribili”». Secondo il movimento, chi cominciò a prendersi cura degli inguaribili lo fece per una ragione precisa: «La passione per il destino dell’altro uomo, per il suo valore infinito perché immagine di Dio creatore. Così il caso Eluana ci mette davanti alla prima evidenza che emerge nella nostra vita: non ci facciamo da soli. Siamo voluti da un altro».