Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Ambra festeggia Angiolina la sua cara centenaria.

Cento anni, un secolo, una vita vissuta con fede e amore. Ogni vita è una storia, ma questa di Angiolina Stanghini, che ha festeggiato il suo centenario pochi giorni fa, è proprio da conoscere.È lei stessa a raccontare gli episodi più salienti della sua storia: «Sono molto contenta dei festeggiamenti, non me lo sarei mai aspettata. Ho voluto vicino a me i parenti, i nipoti e i pronipoti, la tavola davanti casa qui in via dei Macelli ad Ambra con don Pierluigi e gli amici più cari. La sera ho ricevuto anche una targa ricordo e il sindaco Sauro Testi mi ha fatto l’onore di farmi tagliare il nastro per l’inaugurazione del vecchio forno di Ambra restaurato».Durante la festa le amiche le fanno corona e le confermano il ricordo di quella giornata conclusa da musica e canti offerti dalla Pro Loco. E i ricordi di così lunga vita affiorano nella dolce serenità delle sue parole.Nata al Calcione, la madre morì al parto. Arrivò a Capannole che aveva un anno. A 17 anni entra in filanda, conosce Angiolino, un ciabattino che stava in Castello. Chiamato a lavorare come minatore a Saint-Étienne in Francia, al suo ritorno, decisero di sposarsi, per poi tornare a vivere oltralpe. Sorride nel ricordare le frasi di saluto che pronuncia in un francese perfetto.Ma un’ombra dolorosa le oscura il volto: «Persi il mio bambino a causa di un aborto e l’inadeguata assistenza mi rovinò, non potei più averne». Tornati in Italia si fa carico dell’assistenza dei genitori del marito, e come tante, lavora il tabacco. Il suocero è cieco sin dal giorno del matrimonio, in cui all’uscita dalla chiesa fu colpito dallo scoppio di uno dei petardi lanciati per festeggiare caricato con pallini di piombo…Angiolino morì che aveva solo 62 anni, e lei continua a prodigarsi per i familiari. Dal suo cuore esce e si diffonde grande serenità.Le amiche in circolo in via dei Macelli, dove ogni giorno di tempo bello si ritrovano per farsi compagnia, si compiacciono per la loro cara Angelina. Oggi hanno anche una bella e accogliente panchina che il sindaco Sauro Testi ha fatto portare perchè quel calore che un tempo il forno pubblico emanava, continui nella memoria delle operose valdambrine, attraverso queste figlie e nipoti, che fraternamente condividono le gioie e i dolori della vita.