Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Il tesoro di Arcano» fa il pieno di beneficenza.

Trasferta romana per il gruppo giovanissimi «Angeli della Speranza» della parrocchia di San Giovanni Evangelista a Sansepolcro. Scopo del viaggio: consegnare il ricavato delle vendite del romanzo «Il tesoro di Arcano», scritto dal 17enne Alessandro Lastra, ai responsabili della casa famiglia «Villa Glori», un centro di volontari che si occupa dei malati di Aids, fondato ad opera di monsignor Luigi Di Liegro nel 1988. L’importo complessivo consegnato direttamente nelle mani del presidente del servizio di assistenza della casa famiglia, Massimo Raimondi, è stato di 4500 euro. Un’amicizia, quella che accomuna i giovani ragazzi di Sansepolcro e gli ospiti della casa famiglia «Villa Glori», nata da qualche anno in seguito a degli incontri organizzati dalla parrocchia del duomo biturgense e rafforzata dalla scelta di poter contribuire ai loro bisogni devolvendo un contributo in beneficenza garantito dalla vendita del libro fantasy, a sfondo cristiano, del giovane promettente scrittore biturgense. Questa comunità, fondata con lo scopo di consentire alle persone colpite dal virus dell’Hiv di poter curarsi accanto ad una presenza amica, piuttosto che in solitudine, consente agli ospiti di ricostruirsi una vita con la possibilità di reintegrarsi nell’ambito sociale. Il merito di questo successo inatteso spetta, in gran parte, all’amore gratuito dei volontari impegnati presso la «casa», che, attraverso i loro sorrisi e il proprio esempio di carità, sono riusciti a sconvolgere la tristezza che alloggiava nei cuori delle persone colpite dalla malattia. Alcuni pazienti, adesso, hanno avuto grandi sollievi come Ciro, che ritiene di non aver più niente da temere in virtù della sua vitalità e della bontà delle persone che gli stanno accanto. All’interno della casa famiglia «Villa Glori» si respira e si gode di un’atmosfera particolare, autentica, dove la sofferenza si condivide; e don Di Liegro l’aveva capito: già agli inizi del progetto sosteneva che «non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere».Samuele Foni