Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Piero fa pubblicità è polemica a Sansepolcro.

Ha fatto molto discutere durante quest’ultima settimana il cartellone pubblicitario che promuove il Festival Kilowatt nell’edizione 2008. L’immagine che campeggia nel cartellone è quella di un mezzo busto che allarga, con le proprie mani, giacca e camicia mostrando una maglietta con al centro disegnato un triangolo sopra il quale è stampata in bella evidenza la lettera «K» che rimanda, appunto, alla manifestazione «kilowatt». Fin qui non c’è nulla di strano. Il problema riguarda il volto del mezzo busto, infatti, gli organizzatori della manifestazione hanno avuto l’idea (sic!) di metterci quello del Cristo della Resurrezione di Piero della Francesca (con tanto di aureola). Non si è fatto attendere il commento del Sindaco di Sansepolcro professor Franco Polcri il quale ha dichiarato che è stata una vera e propria profanazione l’uso e abuso dell’opera di Piero e che il nostro più insigne concittadino non è strumento da utilizzare all’occasione, ma un’idea alta della vita e della rappresentazione della dignità umana. Gli organizzatori di Kilowatt in risposta al Sindaco hanno messo in evidenza che la scelta da loro operata rientra ‘nel titolo’ dato alla manifestazione di quest’anno che è: «Un nuovo inizio» e l’immagine del Cristo di Piero era perfetta a questo scopo, dove il desiderio di rinascita, il corpo che è trasformato in una sorta di super eroe moderno esprimono il concetto del bisogno di «tanta energia – quella di Kilowatt, quella della cultura, in generale- perché le speranze, i desideri e le aspettative di una generazione non vadano tradite». Gli organizzatori, poi, dicono di essere stati mossi anche da un desiderio «puramente sentimentale», quello di voler promuovere la Valtiberina in tutta Italia attraverso questa loro manifestazione, ed allora, quale migliore opera della Risurrezione di Piero -quella più legata al nostro territorio- poteva essere rappresentativa e quindi esaustiva? In merito a questa vicenda si sono espressi anche il prof. Daniele Piccini presidente dell’istituzione biblioteca museo di Sansepolcro e la dottoressa Mariangela Betti, direttore della stessa istituzione. Mentre Piccini dichiara che bisogna avvicinarsi a Piero e all’arte in genere con il «timore della complessità», mentre troppo spesso ci si avvicina a lui «solo quando è necessario lanciare qualcosa». Questa storia -sempre secondo Piccini- ci fa capire che «l’arte va custodita» sostenendo che a questo punto «avremmo bisogno di aziende e artigiani locali che ci aiutino a valorizzare i nostri territori artistici per far sì che questi benefici possano ricadere su tutti noi». Dal canto suo la dottoressa Betti ha dichiarato che «l’amministrazione comunale si è dotata a fine 2004 di un preciso regolamento che stabilisce in primis il divieto assoluto di utilizzare per fini commerciali o pubblicitari tutte le opere d’arte ospitate nel museo. Il consiglio del museo ha richiamato garbatamente – senza nessun intento punitivo – soprattutto le aziende che hanno fatto sicuramente una scelta finalizzata a valorizzare il nostro patrimonio artistico finendo, però, con il banalizzare queste opere, rendendole facilmente fruibili nella quotidianità. Importante, invece, è tutelare e rispettare l’aspetto emozionale che l’opera d’arte suscita in chi viene a vederla». Alessandro Boncompagni