Con l’enciclica «Spe Salvi», Benedetto XVI risponde al bisogno di speranza che i fatti di cui siamo testimoni tutti i giorni rendono sempre più necessaria. L’originalità della visione del mondo che è propria del cristiano scaturisce dall’incontro col Signore, speranza dell’umanità perché speranza della vita di colui che lo ha incontrato. La speranza cristiana, ha un volto, e non è un generico richiamo ad un mondo più ordinato o ad una società priva di ingiustizie. L’impegno alla conversione diventa così gioiosa riscoperta della propria vocazione e nulla ha a che vedere con una appartenenza militante che prescinda dalla dimensione interiore. Il pontefice, inoltre, individua la Chiesa con il suo orizzonte comunitario quale luogo in cui la speranza si realizza in una dimensione correttamente sociale, che costituisce una alternativa concreta al modello individualista oggi dominante. Questi e altri spunti saranno approfonditi presso l’oratorio della Madonna delle Grazie di Sansepolcro alle ore 21 di venerdì 22 febbraio, in un incontro cui prenderanno parte monsignor Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, e i professori Paolo Nepi dell’università di Roma Tre e Andrea Aguti dell’università di Urbino. La riflessione è proposta dall’Azione cattolica cittadina ed è aperta al pubblico.Angiolo Boncompagni