Sono ritornate alla casa del Padre Rosa, Laura e Marietta, tre degli ultimi testimoni di una civiltà scomparsa, la civiltà contadina. Rosa, Laura e Marietta erano nate in un podere, vissute in un podere e quando l’incalzare del progresso pose fine alla mezzadria, divennero «cittadine», ma nel loro linguaggio, nel loro comportamento, nei loro rapporti con gli altri, potevi cogliere il vissuto del vicinato contadino.Nella lunga vita a contatto con la terra e gli animali, erano state in ansia per l’andamento delle stagioni, per la figliatura delle vacche e delle pecore, per i «malanni dei citti», per la partenza degli uomini per le maremme, ma avevano anche conosciuto la gioia dei raccolti, l’allegria delle feste e delle nascite, il rinnovarsi della natura a primavera e il ricomporsi della famiglia al ritorno dei migranti. Senza la loro presenza la grande famiglia contadina non avrebbe potuto reggere: avevano la capacità di donare e di donarsi gratuitamente, sorrette dalla fede in un Dio buono e misericordioso. Il centro «Dina Dini» di Pieve Santo Stefano è debitore a Rosa, Laura e Marietta. Dalla loro voce ha raccolto il vivere quotidiano dei contadini, le usanze e i costumi, i procedimenti di lavoro, le storie di vita, i proverbi e le preghiere. Un patrimonio linguistico che il centro conserva e spera che un giorno qualcuno (forse un bambino, incantato dalle storie dei nonni) possa riscrivere la storia vera della vita dolorosa e lieta insieme di tante famiglie: sarebbe la riscoperta di valori antichi che potrebbero essere motivo di riflessione per la nostra società così imbevuta di individualismo e relativismo. Insomma, la loro è stata davvero una testimonianza importante che va davvero valorizzata.Rosa, Laura, Marietta, il centro «Dina Dini» vi ricorda con tanto affetto; e quando vorremo risentire la vostra voce, ricordare il vostro linguaggio così incisivo ed essenziale, metteremo una cassetta e sarà come aver ricomposto una veglia contadina.Ilario Calchetti