«Parmi un assurdo, che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e che per allontanare i cittadini dall’assassinio – scriveva Cesare Beccaria in Dei delitti e delle pene- ne ordinino un pubblico». L’abiura della pena di morte ha, solo oggi, un nutrito gruppo di sostenitori: in Toscana arrivò con gli Asburgo-Lorena, giunti dopo l’estinzione della dinastia dei Medici; fu Pietro Leopoldo, primo dei granduchi a risiedere a Firenze, ad abolire la pena di morte. È questo uno dei provvedimenti che assegnano alla Regione Toscana un primato di civiltà a livello mondiale. Pietro Leopoldo fu anche autore di un cammino di rinnovamento economico e sociale; con lui la Toscana è all’avanguardia del movimento illuministico europeo: la libertà dei traffici commerciali e l’abolizione dei dazi e delle gabelle furono passi che vennero a migliorare le condizioni di vita dei sudditi.Si tornerà a parlare di tutto questo, dal 30 novembre al 6 gennaio , ad Anghiari dove si terrà la mostra I Lorena e la Toscana – foto dall’album di famiglia che ripropone l’esposizione realizzata, nel 1987, a Palazzo Medici Riccardi a Firenze per celebrare i 250 anni del granducato Lorenese (1737-1859). La mostra, dopo l’esposizione fiorentina, era rimasta nascosta e conservata con cura nell’archivio fotografico toscano di Prato. Riproduce una parte delle 5500 immagini originali della famiglia Asburgo-Lorena, cedute all’archivio, negli anni ’80, dall’ingegner Leopoldo, ultimo erede del titolo granducale. In queste foto possiamo ammirare aspetti della vita privata della famiglia dal periodo della caduta del granducato (la foto più antica è del 1861) fino alle guerre mondiali; ci sono immagini di bambini, viaggi, matrimoni, cerimonie e ricorrenze. Parallelamente alla mostra si svolgeranno due conferenze. Il 18 dicembre Marcello Verga, ordinario di storia moderna presso l’università di Firenze si occuperà del progetto di Costituzione elaborato da Pietro Leopoldo. Il 5 gennaio, invece, lo scrittore Leonardo Gori autore del thriller storico I delitti del mondo nuovo affronterà alcuni eventi misteriosi dell’epoca. Gli incontri si svolgeranno rispettivamente nella sala audiovisivi comunale e nella Sala consiliare, mentre la mostra avrà luogo nell’Expò di via Garibaldi. «Quadri di vita che, se da una parte, per così dire deludono le nostre aspettative di aurea regalità – è scritto nella presentazione alla mostra – dall’altra ci coinvolgono umanamente, avvicinandoci ad un mondo molto più simile a quello dei comuni mortali di quanto ci saremmo mai aspettati, sfogliando l’album di una famiglia imperiale».Michele Foni