Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Sei «grandi» alle Celle di Cortona

Sapevate che l’eremo delle Celle a Cortona è il primo convento francescano? Sapevate che la sua origine è dovuta esclusivamente a San Francesco che, a più riprese, vi si è recato in visita o vi ha dimorato, fino a trascorrervi gli ultimi giorni di vita, quando scrisse il suo Testamento, prima di essere trasferito ad Assisi, dove morì? Sapevate che in questo luogo di preghiera e di ritiro hanno abitato, o per lo meno sostato, sei «Grandi» dell’ordine francescano: oltre al Santo di Assisi, Sant’Antonio da Padova, il beato Guido da Cortona, Elia da Cortona, San Lorenzo da Brindisi e il venerabile Innocenzo da Caltagirone? Figure di grande spessore nell’Ordine francescano che hanno avuto qualche relazione con il Convento delle Celle, che nel 2011 celebrerà l’ottavo centenario della sua fondazione. Queste e tante altre preziose notizie apprendiamo scorrendo le pagine della nuova pubblicazione di padre Teobaldo Ricci I sei Grandi delle Celle di Cortona (edizione Calosci di Cortona, settembre 2007), presentata nella sala medicea dell’Accademia Etrusca di Cortona. Il lavoro di padre Teobaldo Ricci, non nuovo a temi riguardanti il francescanesimo, si inserisce come terzo volume nella Collana francescana iniziata qualche anno fa per merito e cura della stessa Accademia Etrusca, che annovera altri due titoli: Notizie storiche e critiche sulla croce cortonese di Filippo Venuti e Frate Elia da Assisi a Cortona; storia di un passaggio di Pietro Messa.Ha aperto l’incontro Edoardo Mirri che ha fornito brevi notizie sull’origine della pubblicazione. Poi ha preso la parola Sergio Angori che ha illustrato il senso e i contenuti dell’opera inquadrando la varietà dei soggetti nel prospetto storico plurisecolare delle Celle, dando così unità e continuità ad un discorso apparentemente fatto di persone distinte e, in ogni caso, diverse tra loro per la collocazione nel tempo, per il carattere e per la missione svolta. Come in un suggestivo scenario sono sfilati dinanzi agli occhi dei presenti il Santo di Assisi alla ricerca di un luogo solitario, situato in mezzo ai boschi, ricco di rocce e di anfratti dove, «pieno di insolito nuovo fervore, pregava il Padre suo nel segreto»; Antonio da Padova che, forse nella primavera del 1230, recandosi al Capitolo generale di Assisi, quindi a Roma, fa una sosta nel cammino di andata o di ritorno nel convento delle Celle, «culla del francescanesimo»; il beato Guido da Cortona, che, conquistato totalmente a Dio, per la predicazione e le preghiere di Francesco, vende tutto quello che ha per aiutare i poveri e si costruisce una povera cella, ricavata nell’incavo di un masso, sulla sponda del torrente che lambisce il convento, di fronte a quella di Francesco; il controverso frate Elia, che, con piglio manageriale, trasforma le «piccole capanne di umile forma» volute da San Francesco in edificio di pietra e più tardi disegna e realizza la maestosa chiesa dedicata al Santo nel centro della città; San Lorenzo da Brindisi, «genio poliedrico, elevato a coprire ruoli diversissimi con risultati sconcertanti, santo con carismi mai prima documentati», la cui fama è inferiore alla sua reale grandezza; infine padre Innocenzo da Caltagirone che viene alle Celle per il Capitolo provinciale del 14 luglio 1645, accolto con eccezionale entusiasmo dalla popolazione e dai notabili cortonesi, come testimonia il quadro che lo raffigura nel piazzale della chiesa a ricevere sotto una tenda i personaggi di riguardo, mentre i frati, impossibilitati ad essere ospitati all’interno, si vedono seduti a mensa all’esterno del convento.Al termine della relazione, è intervenuto padre Daniele Bertaccini, della comunità delle Celle, che, citando toccanti testimonianze lasciate dai visitatori nell’albo della cella di San Francesco, ha posto l’accento sul carisma francescano che provvidenzialmente ha sempre accompagnato il cammino plurisecolare della Chiesa, sostenendola e rinvigorendola soprattutto nei periodi storici più difficili e insidiosi. Padre Teobaldo Ricci ha infine ringraziato quanti hanno concorso con l’aiuto tecnico e professionale alla ricerca e alla redazione dell’opera, accennando con passione e vigore alcune particolarità di grande valore umano e spirituale emerse nei sei personaggi descritti.Benito Chiarabolli