Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Salvare i pici, simbolo della vallata

E’ un monumento nazionale, ma anche, e più ancora, locale. Ogni luogo è geloso dei suoi campanili e dei suoi spaghetti. Così i pici della Valdichiana diventano, spostandosi un poco verso il Trasimeno, umbricelli e, verso l’Arno, bringoli. Alle differenze di nome corrispondono anche piccole e grandi differenze negli ingredienti e nella preparazione. Difendere la diversità delle tradizioni culinarie è salvare la nostra storia e il nostro futuro. Non importa poi molto se l’origine sia etrusca o araba: quel che più conta è la patria che la pasta si è scelta. Sarà per la fantasia italiana che l’ha disegnata e battezzata in mille modi. Sarà per la creatività che l’ha rivestita di tutti i condimenti. Sarà per la nobile arte di arrangiarsi, che ha trovato nella pasta un cibo adattabile ad ogni occasione. La pasta è un rito che l’Associazione Sportiva Fratta-Santa Caterina celebra da quasi un decennio alla vigilia dell’estate. C’è una risposta per tutti i palati: per i fedelissimi della tradizione l’intramontabile sugo di coniglio, per chi ha un po’ più di coraggio penne all’amatriciana, per chi chiede leggerezza un condimento al pomodoro freschissimo, per chi pretende solidità pici al sugo d’ocio, per i vegetariani profumo di bosco, per chi ama gusti forti pappardelle alla lepre o al cinghiale, per chi ama il pesce spaghetti allo scoglio o risotto alla pescatora. Chi poi desiderasse andare oltre la pasta non ha che l’imbarazzo della scelta tra antipasti, carne e pizza.