Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Quando la città era un laboratorio botanico

Per iniziativa del ministero dell’Università e della Ricerca, è stato varato il calendario della «Settimana della cultura scientifica in Toscana» che ha in programma 230 iniziative organizzate secondo sette diverse tipologie (applicazioni informatiche, attività teatrali, laboratori didattici, conferenze, convegni, mostre, proiezioni, visite guidate ai musei) per sensibilizzare il pubblico più vasto ai temi affascinanti della scienza e della tecnica. In questo progetto la sala medicea del Maec di Cortona ha ospitato una conferenza su «Natura, storia naturale e macchine a Cortona nel ‘700» tenuta da Bruno Gialluca.E’ noto il forte interesse nutrito per le scienze naturali, in particolare per la botanica, dalla società colta cortonese nel Settecento. E’ doveroso ricordare che in quella che fino a qualche decennio fa veniva chiamata piazza del Mercato, lungo le mura presso porta Sant’Agostino, sorse nel Settecento l’Orto dei Semplici a cura dell’Accademia Botanica Cortonese, sorta nella nostra città nel 1754, poco dopo la Società Botanica di Firenze, sorta nel 1716. Antefatti di tale realizzazione scientifica furono l’esistenza a Cortona, fin dal 1727, dell’Accademia Etrusca, l’animazione culturale promossa da monsignor Filippo Venuti, la visita a Cortona di due insigni naturalisti fiorentini Pier Antonio Micheli e Giovanni Targioni Tozzetti, l’attività di un dotto quanto modesto sacerdote Mattia Vincenzo Moneti, appassionato cultore di botanica, e la presenza di un eremita di origini francesi, Giovanni Battista Roynell, anch’egli insigne studioso e raccoglitore della flora locale.Il 10 novembre 1754 nacquero la Società Botanica e l’Orto dei Semplici (cioè di erbe e piante rare, per lo più medicinali); presidente fu eletto Filippo Venuti, direttore Mattia Moneti. L’Orto divenne un centro propulsivo di cultura: vi si leggevano dissertazioni botaniche e studi scientifici condotti dai soci, mentre la Società teneva relazioni epistolari con i più quotati naturalisti dell’epoca, italiani e stranieri. Non si raggiunsero certo eccezionali traguardi scientifici, ma si portò avanti un sistematico lavoro di catalogazione e di descrizione dei «semplici». La Società Botanica non riuscì a superare la fine del secolo, ma rimane come tangibile testimonianza della vivacità culturale dell’ambiente cortonese.