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Agire da cristiani responsabili anche in politica

Il convegno nazionale della Chiesa italiana a Verona ha dato ai laici la piena responsabilità delle scelte tecniche dell’agire politico. In modo alquanto semplice si potrebbe dire: al Magistero spetta la costruzione e l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, ai laici di applicarla. Lo slogan esprime bene i confini di competenza e quindi di responsabilità, ma non evidenzia l’osmosi, lo scambio che c’è e ci deve essere tra questi due ambiti. Per fare un esempio tratto da un altro livello di realtà, si dice che fra la pratica clinica e la ricerca scientifica che elabora teorie ed ipotesi ci deve essere una continua comunicazione affinché la disciplina medica progredisca. La pratica clinica stimola la ricerca e ne avvalla le ipotesi. Allora ritornando al livello ecclesiale è meglio dire che Magistero e laici sono responsabili dei loro ambiti, ma nello stesso tempo sono corresponsabili di ciò che avviene nel campo del vicino.Il Magistero ha anche il compito di vigilare sulle opere dei laici e di formare le coscienze, ma anche i laici possono e debbono contribuire alla elaborazione della dottrina sociale la quale si aggiorna non solo con la speculazione della morale teologica, ma anche attraverso l’esperienza sul campo degli operatori. Pensare le cose è facile, ma essere coerenti alle cose che si è pensato è difficile. Faccio un altro esempio. Quando il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, suggerì di non andare a votare in occasione del referendum sulla procreazione assistita si affiancò ai laici che sono responsabili delle scelte tecniche dell’agire politico. Ma se lui non avesse parlato chi avrebbe parlato a nome del laicato cattolico? Forse ciascun partito avrebbe parlato per sè. Ognuno avrebbe parlato la sua lingua, ma gli altri non l’avrebbero compresa. Nel mondo cattolico sembra che ognuno parli per sé o per il suo piccolo gruppo. Chi può dare unità all’operare politico? La diversità è un valore nel contesto dell’unità, altrimenti è confusione e disgregazione. Quale forma dare a questa unità necessaria? Questo è un compito dei laici. Vediamo quello che sapremo fare.Gherardo Giorni