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L’arte rende omaggio al genio di Polverini

L’artista Vittorangelo Polverini nato nel 1950 ad Anghiari e scomparso all’età di quarantasei anni, mai completamente celebrato per la sua opera, viene finalmente ricordato in una mostra antologica dalla sua città natale. Infatti, Anghiari ospita una mostra a lui dedicata negli spazi espositivi di Palazzo del Marzocco e nella restaurata chiesa di Sant’Agostino che rimarrà aperta fino al 6 gennaio. «Vittor non si curava delle categorie sociali, ma dei valori assoluti dell’individuo, senza fare sconti a nessuno – scrive il regista Andrea Merendelli nell’introduzione al catalogo della mostra – Con tagliente lucidità, guardava e commentava gli abissi dellìaltrui perbenismo seduto sul bordo del cratere, con lucida e comica freddezza». L’immagine che si coglie è quella di un creativo anticonformista schivo, burbero e poco considerato ma anche molto amato: molti sono gli amici e le personalità del mondo artistico che vogliono rilasciare la testimonianza della loro conoscenza personale. Anghiari guardava con sospetto l’originalità di Polverini e non capiva il travaglio di una mente, formatasi all’Accademia di Brera a Milano, che doveva confrontarsi con la realtà provinciale degli anni ’80 e ’90. Il gruppo di autori della mostra ha trovato però la strada spianata all’organizzazione da amministratori ed enti; tutti sembrano voler pagare pegno per non aver fatto abbastanza prima e per voler esorcizzare il fantasma di un artista «maledetto» e sotto pagato che ha dovuto lottare duramente per essere se stesso ad Anghiari. Esposte maschere, burattini, modelli di evocativi teatri, sculture ed incisioni. San Francesco o San Sebastiano nella mistica posa dell’iconografia più classica stridono a confronto con le originali interpretazioni della Madonna del Parto di Piero della Francesca e con le pose dinamiche di figure femminili che denotano una grande attenzione al dinamismo. I burattini sono tutti di elevato valore simbolico: c’è, tra gli altri, un ilare San Francesco che con il suo sorriso solare e sofferente è sintesi della gioia e del male di vivere che contemporaneamente erano nell’autore. L’incisione è spesso realizzata con tecniche e soluzioni che denotano grande conoscenza delle metodologie dei maestri del passato. Nei volti dei personaggi dei presepi sono effigiate, con precisione fotografica, sembianze di molti anghiaresi e biturgensi committenti che oggi, grazie a questa mostra, sono ancor più consapevoli di possedere una autentica opera d’arte.Michele Foni