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Cerbaiolo, l’eremo di Sant’Antonio in festa

Dove trovare la quiete dopo la tempesta di una vita frenetica e algida? Dove trovare quel silenzio che riempie l’anima? Dove trovare l’ebbrezza di una natura incontaminata? A tutti questi interrogativi l’eremo di Cerbaiolo dà una risposta. Sarà perché è un luogo di meditazione lontano da tutto e da tutti, sarà per il contrasto tra il verde intenso dei monti della Valtiberina e l’azzurro del cielo, sarà che lassù, «in quelle erme pendici», come le chiama Carducci, si respira un’aria fresca e genuina che ti mette in pace con il mondo intero. Fatto sta che Cerbaiolo ritrova a 1300 anni dalla sua fondazione un valore che non può essere dimenticato, un valore che cresce intensamente con la presenza solitaria ed ermetica di sorella Chiara.Domenica 18 giugno si è, infatti, festeggiato l’ultra millenario del colle che sorge a pochi chilometri da Pieve Santo Stefano. L’eremo di Cerbaiolo fu costruito nel 706, ad esso è legata la storia di Sant’Antonio da Padova che, si dice, vi abbia sostato per un lungo periodo. Durante la seconda guerra mondiale il colle fu bombardato e ne rimasero a mala pena le fondamenta. Muri sgretolati, pietre ovunque, uno scenario che avrebbe scoraggiato chiunque vi fosse recato, ma non sorella Chiara.Parlare di lei non è semplice. E’ come se fosse ricoperta da un’aurea spirituale, a sentirla parlare viene i brividi, vive da sola in questo colle sperduto, ma sembra non le manchi niente. Se le dici come passa le giornate, lei risponde: «Pregando». Come se fosse la cosa più scontata di questo mondo. Chiara si è avvicinata alla fede all’età di 14 anni, quando già lavorava in un preventorio gestito dalle suore del Cottolengo. Proprio in quel periodo si avvicinò alla fede tanto da farne la strada principale nella sua vita. A quarant’anni, per un gioco di coincidenze, anche se tutti pensano che sia stata indirizzata dall’Alto, Chiara ha incontrato Cerbaiolo.Ne è rimasta affascinata per la quiete che trasmette e ha deciso di dedicarsi alla sua ricostruzione. Oggi, se possiamo parlare del colle che sorge a pochi chilometri da Pieve Santo Stefano, lo dobbiamo a sorella Chiara. E’ lei che ci ha creduto fin dal primo momento che lo ha visto, è lei che in quel luogo così lontano dalla routine quotidiana ha saputo trovare la pace interiore e vi ha coltivato quel sentimento di fede così forte che la contraddistingue.In occasione dei 1300 anni di Cerbaiolo sono intervenuti numerosi cittadini che hanno assistito alla S.Messa, presieduta dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti. Prima della celebrazione il sindaco di Pieve, Lamberto Palazzeschi, e l’assessore alla cultura, Andrea Franceschetti, hanno ringraziato tutti ma soprattutto sorella Chiara, blasone di questa giornata, perché è stata lei a far rinascere quello che la crudeltà dell’uomo aveva osato distruggere.Manuela Puletti