La chiesa dello Spirito Santo ad Indicatore era una chiesa che nell’immaginario collettivo doveva essere abbattuta. Una sorta di brutto anatroccolo da sostituirsi con un’altra chiesa magari più centrale al paese. Così partimmo anni fa cercando di verificare la fattibilità del progetto che risultò da subito impossibile, a cominciare dai costi altissimi per l’acquisto del terreno.Piano piano, però, la chiesa soffocata tra la ferrovia e la provinciale che da Arezzo porta in Valdarno, con il suo cappotto consunto di cemento già troppo vecchio per l’età effettiva, aveva molte possibilità interessanti. Così è stato per me anche nei confronti di questa povera chiesa sapendo anche che la realtà se amata è capace di rifiorire sempre. Anche se, col senno di poi, ciò che abbiamo realizzato è frutto anche di una buona dose di incoscienza: mi sono sempre mosso senza un becco di un quattrino in cassa e devo dire di tanti che mi hanno aiutato. Incoscienza che abbiamo sempre superato con l’entusiasmo e l’intelligenza nell’uso di tutti i materiali.Ne è uscito fuori un recupero importante. Forse non perfetto, ma se uno si lascia trascinare un po’ dai colori e dalle forme non può non sentirne il calore e l’amore con cui l’abbiamo pensato e creato lasciandoci guidare da quella nostalgia del bello e del buono, che è nostalgia di Dio, la cui testimonianza è il motivo di tutto. Cercando questo ci siamo mossi usando la Bibbia, la teologia, la poesia, l’arte del passato avendo sempre presente i due poli da cui è composto il religioso da una parte il divino e dall’altra l’umano. «La Gloria di Dio è l’uomo vivente» è il tema di tutta la chiesa, insieme al tema della casa, cioè di quel luogo dove è normale per l’uomo porre la speranza della pace e del proprio riposo.Possiamo iniziare guardando per primo alla cappella la sorpresa di un incontro non voluto e non costruito: l’incontro dei Re Magi, di Andrea e Giovanni al Giordano, del centurione sotto la croce, della Maddalena; l’incontro con Dio nel volto del Cristo (il volto della sindone della vetrata della cappella). La sorpresa che sta all’inizio del cammino di ogni uomo di buona volontà, che ricerca ed ama la verità. Cammino che è tentato dal male (il Dragone dell’apocalisse delle formelle laterali a destra della facciata dalla chiesa), da una falsa casa (Babilonia a sinistra della facciata della chiesa), ma passa attraverso la Madonna e il Vangelo nell’acqua del battesimo (le metope che adornano la facciata), con il cuore «fisso» alla vera Gioia (il portale della chiesa).L’interno della chiesa parrocchiale vuole essere il richiamo alla Gloria. Gloria che è il creato (vetrate laterali), l’antica creazione e quella nuova (il natale di Gesù delle vetrate dell’abside e la pentecoste della pala dell’altare), la luce stessa che è il suo calore (la Trinità delle vetrate centrali), lo Spirito Santo (il titolo della chiesa), che abbiamo posto al centro della Trinità. La nostra speranza è essere da questa Gloria abbracciati, il nostro paradiso è questo abbraccio (la famiglia umana al centro della vetrata). Gloria che è tutto: lo ricordano i colori si riflettono su ogni cosa, lo ricorda la materia che spicca così evidente nei quadri della cappella.don Santi Chioccioli