Alla presenza del Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara, le porte della chiesa di Saione si sono aperte per accogliere il crocifisso di San Damiano. L’occasione è stata donata dai frati e dalle religiose francescane della Verna che hanno animato un’emozionante veglia di preghiera per l’ottavo centenario del colloquio tra il Cristo crocifisso e Francesco. La penombra e la luce hanno caratterizzato l’atmosfera con un susseguirsi di meditazioni, canti e silenzi. Il buio che rappresenta la solitudine, la paura, il disagio ma anche l’indifferenza si è trasformato in luce che porta l’amore e la gioia di Cristo. Frà Paolo nella sua riflessione ha invitato i fedeli a ritrovare la contemplazione personale che porta all’incontro con Cristo. Quel Cristo che parlò al giovane Francesco in una chiesetta in rovina nella campagna di Assisi. Da giovane ricco, ma fragile, solo e malato, Francesco domandò, con lo sguardo rivolto a quell’icona, «Signore cosa vuoi che io faccia?», e il Signore nella risposta gli chiede: «Vai e ripara la mia casa, la Chiesa». Così d’improvviso quel Cristo sconosciuto divenne per Francesco un padre e un fratello. Anche i credenti oggi sono chiamati a riparare la Chiesa, a porsi in ascolto della voce di Cristo, a cercarlo nella preghiera e ad incontrarlo in particolare nei volti dei poveri e degli ultimi. La luce del crocifisso di San Damiano ha squarciato il buio delle tenebre ed ha abbattuto la paura. E il sorriso di una suora accompagna i partecipanti all’uscita.Alessandro Buti