Aslaidon, il ventitreenne pisano incoronato «The Voice of Albania»
Ciao Aslaidon, parlaci di come è nata questa partecipazione a «The Voice of Albania».
«L’idea è venuta a mio padre, non mi ha detto niente e mi ha iscritto via internet, ha inviato i pezzi del mio gruppo e un giorno mi sono ritrovato in mano un biglietto aereo per Tirana per partecipare alla prima audizione».
Raccontaci della tua famiglia, ci sembra di capire che ha svolto un ruolo importante nel farti intraprendere questa carriera…
«La mia famiglia è albanese, di Durazzo, ed è arrivata a Pisa nel 1991, prima che io nascessi. Sia mio padre che mia madre erano cantanti in Albania prima di venire in Italia e mi hanno trasmesso la loro passione».
Torniamo a «The Voice», che esperienza è stata?
«È stato strano, io non avevo mai seguito i talent in generale, per me era la prima volta in tv, stare davanti alle telecamere è stato stranissimo ma anche entusiasmante, ho conosciuto tante belle persone, e ho imparato molto da me stesso e dagli altri, un fantastico percorso di crescita. Sinceramente non mi aspettavo di vincere ma è andata bene, sotto tutti i punti di vista».
Cosa hai cantato nelle varie puntate di «The Voice»?
«Di tutto! Sono partito col rock, che è il mio terreno preferito, per passare al pop, al blues, a Elton John, che non avevo mai ascoltato, fino a “Bohemian Rhapsody” dei Queen in finale».
Hai mai pensato di fare un’audizione per un talent anche in Italia come «The Voice» o «X Factor»?
«No perché non avevo molta fiducia in questo tipo di format, ma mi sono ricreduto».
Veniamo al Festival i Këngës, che ti vedrà tra i protagonisti tra poco più di un mese, che canzone porterai?
«Per me sarà comunque una grande esperienza, mi confronterò con grandi professionisti, porterò una canzone intitolata “Merrmë që sot” (“Prendimi oggi”), un pezzo pop rock con dell’elettronica dentro, volevo sperimentare uscendo dal solito rock strumentale. Penso sia il pezzo più bello che ho fatto finora, è nato in inglese, il testo è mio, poi adattato in albanese come vogliono le regole del Festival. Oltre al testo ho curato personalmente anche la chitarra e la linea vocale, lo sento molto mio».
È un pezzo autobiografico?
«Sì parla di me, di un periodo brutto che mi sono lasciato alle spalle, il titolo (“Prendimi oggi”) è riferito alla morte, so che può sembrare brutale dirlo così ma racconta di un momento in cui non avevo più voglia di vivere, e lo racconto proprio perché l’ho superato».
Riguardo all’Eurovision Song Contest ricordi qualche canzone o qualche cantante che ti hanno colpito particolarmente?
«Ovviamente Il Volo ma soprattutto Marco Mengoni, sono un suo fan, lo seguo da sempre. Dell’edizione di quest’anno anche Elhaida Dani, che mi piace molto».
Oltre a Marco Mengoni quali cantanti italiani ti piacciono?
«Giorgia e Alex Baroni, questi due più di tutti».
Accennavi prima al tuo gruppo, raccontaci qualcosa di questa esperienza che va avanti parallelamente alla carriera da solista…
«Il gruppo si chiama Felon e l’ho fondato nel 2008 con i miei migliori amici, siamo quattro, tutti pisani, io sono la voce, facciamo musica alternative metal. La mia passione più grande è proprio il gruppo, con loro riesco a esprimermi al meglio, abbiamo già registrato un EP e un video che usciranno a gennaio».
Grazie Aslaidon, non possiamo che farti un grosso in bocca al lupo per il Festival i Këngës e per la tua carriera, nella speranza di ritrovarti a Stoccolma il prossimo maggio.