MARCO PALADINI: Il signore del caffè

di Lorella Pellis«Gradisce un buon caffè, vero»? La domanda fatidica arriva subito e, dato il luogo, non può essere diversamente. Il tempio del caffè Mokarico è a Borgo San Lorenzo, nel Mugello, località La Torre, un po’ fuori il centro abitato. È qui, in mezzo a quel che resta delle immense distese di campi ora trasformati in zona industriale, che Marco Paladini ha costruito il suo quartier generale che profuma di aromi e tostatura, lo stabilimento di produzione dei marchi Mokarico e Mingo. Qui il caffè, proveniente da Brasile, Messico, Guatemala, Colombia, Indonesia, India, arriva grezzo nelle balle ed esce già confezionato. Paladini, 48 anni da poco compiuti, mi riceve con la sua faccia cordiale e un gran sorriso stampato sulle labbra. È uno di quelli che, oltre ad offrirti un buon caffè, ti mette subito a tuo agio e questo, probabilmente, è uno dei segreti del suo successo insieme ad una politica da sempre incentrata sul raggiungimento della qualità.La storia dell’azienda comincia quando «La casa del caffè», fondata agli inizi del ‘900 dal commendator Barbieri con sede nell’antico corso Tintori a Firenze, viene rilevata dai fratelli Igino e Corrado Paladini, fratelli del nonno di Marco, che nel 1936 cominciano a costruire il marchio Mokarico. «Pensa – dice Marco – il disegnino dell’uomo col sombrero che poi è diventato il nostro logo storico fu fatto fare addirittura da Boccasile, uno dei disegnatori della “Domenica del Corriere” e allora costò quanto una casa».

Con la guerra giungono anche tempi amari per il caffè, ma in seguito l’azienda Paladini conosce un grande sviluppo. «Fino al ’55 e ’58 – ricorda Marco – a Firenze c’erano solo la Mokarico dei Paladini, la storica Manaresi e i Magnelli che avevano Mokamag e Mingo. Nel 1960 succede che a uno degli zii muore la figlia. Nel ’77 muore lo zio che era il motore dell’azienda, nel ’79 sono arrivato io e nell’84 l’ho comprata acquistandone il marchio. Ho fatto tanto sviluppo e tanti sbagli e ora eccomi qua». Il trasferimento dello stabilimento da Firenze a Borgo avviene nel 1999. Due anni e mezzo fa la Mokarico (il nome deriva dall’importazione del caffè da Portorico) ha rilevato anche la Mingo che l’anno prossimo compie100 anni.

L’azienda, con un fatturato intorno ai 4 milioni di euro all’anno, è a gestione familiare – vi lavorano la moglie, le sorelle e il cognato di Marco – e viaggia intorno ai trenta dipendenti. La Mokarico lavora nelle province di Arezzo, Firenze, Siena, Pisa, Livorno e Sassari. Lui, il «signore del caffè» – che di caffè ne beve dai 5 ai 10 al giorno – è il presidente, sta molto in ufficio ma ogni tanto parte per la Germania, il settore di sviluppo che ha tenuto tutto per sé e che cura personalmente.

«Ho imparato un sacco di cose in questi anni – dice il presidente – per esempio che non esiste cultura del mondo dove non si assume caffeina. Una tazzina di caffè espresso tiene dai 40 ai 70 grammi di caffeina, in una lattina di Coca Cola ce ne sono ben 55. E poi lo sapevi che in un uomo ci vogliono 40 minuti per l’assorbimento della caffeina e in una donna un’ora e venti? Il caffè in persone sane non fa male, è addirittura terapeutico per chi soffre di mal di testa».

A questo punto ci piacerebbe sapere come dovrebbe essere un buon caffè. Mister Mokarico non si lascia pregare: «La crema deve essere finissima, il colore un bel rosso nocciola, non troppo scuro, quando lo bevo deve essere densino e sciropposo e subito dopo devo sentire una leggera acidità. Il caffè deve essere amaro ma non troppo, non deve essere astringente cioè creare l’effetto carciofo che asciuga la salivazione. Quando deglutisco, devo sentire una grande quantità di aromi: un caffè ne contiene circa 800 diversi». E ancora impariamo che un espresso deve essere fatto in 25 secondi, con 25 millilitri di bevanda, la tazzina deve essere bianca, soprattutto con l’interno bianco, e quando lo bevo deve essere intorno ai 67 gradi.

Se è vero che Segafredo, Lavazza, Illy sono le prime tre note aziende nazionali che lavorano su tutto il mercato, il Caffè Mokarico non teme la concorrenza. Oltre che una consolidata presenza sul mercato nazionale l’azienda di Paladini ha una vocazione internazionale. I prodotti Mokarico sono presenti oggi nei mercati di Stati Uniti, Germania, Russia («siamo la prima azienda di Mosca e tutto il Cremlino usa il nostro caffè», dice orgoglioso Marco), Olanda e Grecia, isole comprese. Poi è arrivato Hollywood che ha permesso ancora di più alla Mokarico di salire alla ribalta mondiale. Il 27 febbraio scorso è toccato allo staff di Paladini servire oltre 2000 tra caffè e cappuccini al migliaio di persone che hanno partecipato alla festa di beneficenza organizzata da Elton John in occasione della Notte degli Oscar. «È stata davvero una grossa soddisfazione per noi come per tutta la cucina italiana protagonista della serata – dice Marco con il solito sorriso –. E pensare che è nato tutto così, per caso»! Ma è probabile che i palati esigenti dei vip di Hollywood tornino all’attacco e offrano a Paladini altre occasioni per farsi apprezzare. Intanto, in attesa di altra notorietà, Paladini cerca una nuova «casa», anzi un nuovo capannone per un’azienda che ha ancora tanta voglia di crescere.

La schedaMarco Paladini è un mugellano doc. Nato a Borgo San Lorenzo il 21 maggio 1957, non ha seguito le orme del padre, medico condotto proprio a Borgo San Lorenzo, ma ha tuttavia ereditato una passione di famiglia – quella per il caffè – trasmessagli dai fratelli del nonno. È Paladini stesso a dichiararsi un medico mancato. Difatti, dopo la maturità scientifica, nonostante avesse tentato di seguire la tradizione familiare iscrivendosi alla Facoltà di medicina dell’Università di Firenze, gli esami andavano a rilento. Con il caffè, invece, è partito alla grande. Vive e lavora a Borgo San Lorenzo dove ha sede lo stabilimento Mokarico. Ha due sorelle (che lavorano con lui in azienda). È sposato (anche la moglie lavora con lui) ed ha una figlia adolescente.

È uno dei cinque membri del Consiglio di amministrazione dell’Associazione nazionale torrefattori (Ant).

È anche membro del Consiglio di amministrazione del Consorzio promozione caffè come pure membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac), associazione senza fini di lucro fondata nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico «per dare una dimensione al valore sensoriale del caffè». Lo stesso Istituto internazionale assaggiatori caffè organizza corsi di assaggio in tutta Italia.

Inoltre è socio fondatore e consigliere dell’Istituto nazionale espresso italiano (Inei) attraverso il quale ha ottenuto la certificazione delle miscele ad uso professionale del caffè espresso a marchio «Espresso italiano» e la possibilità di certificare i locali in grado di garantire il rispetto di elevati standard di qualità del caffè servito.

L’azienda di Marco Paladini ha ottenuto le certificazioni ISO 9001: 2000 e ISO 14001 (ambientale) e prevede entro il 2005 di ottenere la certificazione etica SA 8000.Paladini è stato presidente del Circolo nautico Mugello e del Rotary club Mugello.

La sue passioni: oltre a quella per il caffè – naturalmente – nel tempo libero che gli rimane, non molto a dire il vero, pratica due sport: barca a vela e sci.

La sede dell’azienda «Caffè Mokarico» è in via del Bagnone, 22, località La Torre a Borgo San Lorenzo. Tel. 055-8495085.Sito internet: www.mokarico.com