GIUSEPPE D’ORSI E PINO POLCARO: I due grandi amici dei presepi

di Laura Borgheresi

Una straordinaria passione lunga una vita, un’amicizia cardine di un’intera esistenza, un hobby praticato con impegno, tanto da divenire arte, un’espressione alta e significativa della propria personalità. Sono questi i termini più idonei per descrivere Giuseppe D’Orsi e Pino Polcaro, due inseparabili amici, entrambi di origine meridionale, in Toscana dagli anni ’80, residenti a Montevarchi, venti chilometri da Arezzo, per motivi lavorativi (bancario il primo, assistente scolastico l’altro); tuttavia uniti da un grande amore per il collezionismo, soprattutto presepiale, che, ormai da un lungo periodo, li ha consacrati ai vertici nel settore a livello nazionale.

«Da sempre, fin dall’infanzia – raccontano con entusiasmo Pino e Giuseppe – abbiamo coltivato un grande amore nei confronti del mistero di Betlemme e, quindi, delle sue molteplici rappresentazioni, indipendentemente dalle caratteristiche o dal valore dei vari materiali con i quali venivano create. I presepi conservano inalterato il loro fascino al di là degli innumerevoli mutamenti storici e contestuali; al di là del loro significato puramente religioso, sono indubbiamente parti di una tradizione che ci appartiene enormemente in quanto Italiani ed eredi del Poverello di Assisi che realizzò, come ricorderete, la prima natività vivente nel lontano 1223».

«Diventando amici – spiegano – abbiamo deciso di unire le nostre collezioni che ciascuno di noi possedeva e che avevamo arricchito singolarmente grazie a frequenti viaggi e a doni di conoscenti; adesso possediamo oltre mille natività, quasi tutte di medie dimensioni che mostriamo, generalmente, in apposite teche di vetro. Ciascuna è realizzata con i materiali più differenti, da uno dei più preziosi in senso assoluto, come l’argento, ad uno dei più poveri cioè la carta, a dimostrazione di come qualsiasi materia, se trattata con amore e competenza, può degnamente rappresentare la venuta del Figlio di Dio tra gli uomini».

È, quindi, da oltre trenta anni, che i nostri amici stanno rovistando mercatini ed esposizioni dei vari Paesi, sempre e comunque alla ricerca di un nuovo tassello da inserire nella loro preziosa collezione che contiene veramente delle rarità: dal presepe di seta creato in Cina a quello in madreperla proveniente dalla Palestina, dalla singolare natività in vetro a quella più preziosa, ma identica nello spirito, cioè realizzata con rarissime pietre dei Pirenei, spaziando, dunque, con una gamma infinita di materiali e colori, forme e fogge, ciascuno impersonando il proprio Paese di origine, quasi un «mixer» di storie e tradizioni con cui raccontare la nascita del Redentore.

«Un giorno poi – racconta Pino – sentimmo la necessità di mostrare questi nostri presepi agli altri, a uomini e donne che, come noi, amavano questa particolare forma di arte che racchiude in un’atmosfera “magica”, quasi surreale, il più grande dei Misteri. Sembrava, tuttavia, impossibile trovare un ambiente idoneo per esporre queste creazioni; ci siamo rivolti a decine di amministrazioni comunali, anche di grandi centri, come pure ad enti privati e a personaggi della cultura, ma dopo i rituali complimenti, tutto tornava nella normalità: non avevamo ancora un luogo espositivo».

«La svolta nel 2004 – interviene Giuseppe – con la nostra partecipazione al programma televisivo “Unomattina”, condotto da Roberta Capua. Mostrammo alcune natività, lanciando ancora una volta il nostro appello. Fummo contattati dall’amministrazione comunale di Bolzano; aveva individuato uno spazio prestigioso per la nostra raccolta, ma la lontananza era veramente notevole. In questo contesto la vicina città di San Giovanni Valdarno, dove eravamo impegnati professionalmente, intravide per noi una destinazione veramente consona, la Cappella dei Pellegrini, nei locali sottostanti la Basilica di Maria SS. delle Grazie, il celebre Santuario mariano della Diocesi di Fiesole». È proprio in questa area espositiva, debitamente «riaperta alla vita» dai nostri amici, che costantemente dal 2004 si rinnova la «magia» del Natale, mostrando ciclicamente circa 100 presepi di Pino e Giuseppe, esposti all’interno di una mostra perenne secondo tematiche sempre nuove, nelle loro scintillanti teche che contribuiscono a creare un effetto altamente suggestivo, degno di una fiaba, dove il visitatore è invitato soavemente ad entrare. «Natale nel Mondo», il titolo significativo che accompagna costantemente l’esposizione, oggi è anche denominazione dell’Associazione culturale fondata, lo scorso settembre, dai nostri amici per la promozione verso l’amore del presepio in tutte le varie forme, iniziando dalla diffusione del suo messaggio di amore. Dal 2006 la creazione addirittura di una «Biennale di Arte Presepiale», in cui i maestri del settore espongono, sempre nella Cappella dei Pellegrini, opere pittoriche o sculture da loro create, inerenti la natività, in una sorta di «festival» che si propone appunto ogni due anni, alternandosi con le esposizioni di Pino e Giuseppe, da tempo impegnati non solo nella custodia dei loro presepi, simbolo infinito di amore, come pure di arte creativa, ma anche nella divulgazione dei loro significati più arcani e dei loro contenuti più profondi. A cominciare dai molti visitatori, circa 15 mila ogni anno, che varcano la soglia, non soltanto in senso materiale, di questo singolare «universo», alla ricerca di un’emozione, di un particolare, di un momento che li riconduca in una dimensione senza tempo e senza spazio, ma anche profondamente autentica e vera, dove sia ancora possibile sognare, sulle tracce di quel Bambinello la cui nascita segnò per sempre la storia dell’umanità. È questo il fantastico «mondo» di Pino e Giuseppe, nel quale tutti siamo invitati ad entrare.

Non solo natività ma anche libri, film, dischi e francobolliDefinire Giuseppe D’Orsi e Giuseppe Polcaro (Pino per gli amici) semplicemente due collezionisti «immersi nel loro mondo di ricerca» è semplicemente riduttivo, poiché avvicinarsi alla loro storia e al loro percorso è di sicuro un «viaggio» alla scoperta del bello in tutte le sue molteplici sfaccettature, fra le quali un grande spazio lo occupa il Natale, percepito, vissuto, e, quindi, collezionato in tutte le sue forme.

«L’amore per questa festa ci ha sempre appassionato, sia per il suo profondo significato religioso, sia per l’atmosfera che regala – raccontano–, quindi ormai da anni conserviamo elementi importanti che la identificano, provenienti da ogni parte del mondo e dalle diverse epoche».

Non solo, quindi, natività tra le raccolte di questi autentici artisti del collezionismo, ma intere serie di volumi, di film, di dischi, soprattutto in vinile, e ancora locandine, francobolli e le più differenti rappresentazioni del buon Babbo Natale, create nei più svariati materiali, come pure alberelli in ceramica e tante, tante pubblicazioni inerenti la festività più bella dell’anno, «che noi speriamo di poter mostrare, magari in una forma di allestimento, quasi un’esposizione a contorno dei presepi, la nostra prima grande passione», raccontano i titolari di questa singolare collezione che racchiude un mondo «magico», composto di studio e fantasia, come pure di ricerca e sensibilità. Sì, perché sono state le natività a rendere celebri Giuseppe e Pino, addirittura membri dell’«Associazione Italiana Amici del Presepio», che dal 1953 – anno della sua fondazione – è il principale «club» per amanti del settore, con circa 3000 iscritti, mentre innumerevoli pubblicazioni dedicano intere pagine a questi simpatici amici, spesso presenti con le loro opere a mostre ed esposizioni, in una forma di collaborazione con enti ed associazioni varie: addirittura alcuni dei loro presepi, la scorsa estate, sono stati ammirati a Maratea, quasi in un «tour» estivo, all’interno della Chiesa dell’Immacolata. È veramente singolare pensare poi che San Giovanni Valdarno, città tradizionalmente disegnata dal grande Arnolfo di Cambio per volontà della Repubblica Fiorentina nel XIII secolo, sia adesso, grazie all’impegno di Pino e Giuseppe, una delle capitale dell’arte del presepio a tutto tondo, proprio quello ideato dal grande architetto e scultore sopra citato nel lontano 1291, quasi un sottile mistero che spesso accomuna il destino degli uomini.

Sono oltre 80 i presepi di Pino e Giuseppe esposti attualmente nell’attuale allestimento, dal titolo «Verso Londra 2012», un omaggio ai prossimi giochi olimpici, inaugurato lo scorso 3 dicembre da una «madrina» d’eccezione, la campionessa inglese di origini giamaicane Fiona May, che ha avuto parole di grande apprezzamento per le natività provenienti da molti dei Paesi in gara nei Giochi di Londra, tutte di loro proprietà. La mostra resterà visitabile, gratuitamente, fino a domenica 8 gennaio 2012, tutti i giorni dalle ore 16 alle 19 e nei festivi anche al mattino dalle 10 alle 13. Successivamente, fino al 1° novembre, soltanto nei giorni festivi sempre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, con la sola esclusione dei mesi di luglio e agosto. Ricordate, inoltre, di consultare il sito www.natalenelmondo.it!