Il film: “Collective”, vittime del fuoco, della corruzione e della malasanità
La vicenda, disponibile sulla piattaforma IWonderfull, ha inizio il 30 ottobre 2015 nel Club Colectiv di Bucarest. Centinaia di ragazzi sono accorsi per assistere all’esibizione di una band, quando scoppia un incendio che provoca la morte di 27 giovani vite e il ferimento di altre 180. Il peggio deve però ancora accadere. Gli ustionati vengono ricoverati negli ospedali cittadini dove, a causa delle pessime condizioni igieniche, al termine della vicenda moriranno altre 37 persone. Guidati da Catalin Tolontan, l’intrepido reporter della Sports Gazette, un gruppo di giornalisti scopre la presenza di un sistema sommerso a base di corruzione diffusa tra i direttori degli ospedali e le ditte farmaceutiche, uso di disinfettanti di pessima qualità, mortalità nelle terapie intensive pari al 90%, inefficienza delle autorità statali. Sarà il nuovo ministro della sanità Vlad Voiculescu, un tecnico laureato a Vienna, a prendersi a cuore la salute dei sopravvissuti e provvedere all’allontanamento dei medici corrotti.
Purtroppo per poco. Dopo sei mesi di mandato, le nuove elezioni si concluderanno con la vittoria della vecchia nomenclatura, a sancire l’impossibilità di eradicare un sistema corrotto. Il registro stilistico di Nanau è segnato da uno straordinario rigore estetico tipico dell’arte documentaristica ma, allo stesso tempo, compie delle interessanti incursioni in altri generi cinematografici. Perdersi nelle immagini di Collective significa dimenticarsi che siamo in presenza di una messa in scena dove gli attori interpretano se stessi, dove il copione è la vera quotidianità, dove il tempo filmico coincide con quello della vita reale. Il ritmo è serrato, il coinvolgimento emotivo garantito.
Collective veste i panni del thriller nel momento in cui si addentra nei meandri del mortale e misterioso incidente automobilistico del proprietario di Hexi Pharma, la casa farmaceutica produttrice dei disinfettanti diluiti, mentre occupandosi delle vicende governative della Romania si rende a tutti gli effetti un docudrama geopolitico. La crudezza del noir tocca vertici assoluti quando ci vengono mostrate le immagini raccapriccianti dell’incendio del Club Colectiv o delle condizioni igieniche in cui versano i degenti ospedalieri. In parallelo, Collective narra la vicenda tragica e dolce di Tedy Ursuleanu, una donna coraggiosa che, sopravvissuta al rogo, porta sul corpo e nell’anima immense cicatrici e mutilazioni. Su di lei, la macchina da presa di Nanau si fa discreta, pudica, riuscendo a trasmettere la gioia che Tedy prova quando riesce ad afferrare un bicchiere con l’ausilio di una mano robotica oppure quando inaugura la mostra di suoi ritratti, immortalata nelle fotografie di un grande artista.
Collective chiude la sua narrazione sulle note di Nothing More che si interrompe bruscamente, inaspettata. Perché se pugno nello stomaco deve essere, che il film lo sia fino in fondo. “Mi chiedo se almeno uno dei miei provvedimenti resterà” confida Voiculescu appena appreso della sconfitta elettorale. Sicuramente allo spettatore resta la nausea provocata dalla morte innocente di giovani vite, la frustrazione della ricerca della verità senza lieto fine. Ma anche la consapevolezza che il cinema rumeno è vivo e coraggioso.
COLLECTIVE di Alexander Nanau.
Con Narcis Hogea, Catalin Tolontan, Tedy Ursuleanu, Vlad Voiculescu.
Produzione: Alexander Nanau Productions, Samsa Film, HBO Europe; Romania, Lussemburgo, 2019
Documentario; Colore
Durata 1h 49min