The War – Il pianeta delle scimmie
Proseguendo nella composizione di un prequel della celebre saga «Il pianeta delle scimmie», derivata dal romanzo di Pierre Boulle, Matt Reeves dovrebbe essere arrivato all’anello di congiunzione. Nel momento in cui, infatti, l’umanità è a tutti gli effetti regredita a uno stato semi-bestiale a seguito di un virus altamente contagioso, le forze militari risultano sconfitte o meglio annientate (un po’ dalle scimmie, un po’ dal virus) e le scimmie stesse, non soggette al virus, sempre più intelligenti e organizzate, arrivano a una non meglio specificata terra promessa dove poter edificare la loro civiltà, sembrerebbe che il passo successivo non possa essere altro che la missione spaziale che porterà Taylor su un pianeta sconosciuto dominato dalle scimmie che poi scopriremo essere la Terra.
Bisogna ammettere che i tre capitoli del prequel, di cui «The War» rappresenta l’atto finale, hanno una loro coerenza narrativa, uno studio più approfondito dei caratteri, una rappresentazione molto più realistica delle scimmie nelle loro varie specie e, tanto per gradire, una valanga di modelli da adattare di volta in volta alle esigenze del racconto. Ne consegue che il risultato finale, pur soffrendo di squilibri di ritmo, di falle logiche e di aggiustamenti necessari, vale più di tante saghe che affollano gli schermi e si segnala per una particolare attenzione alle simbologie e alle citazioni.
Mentre la guerra tra uomini e scimmie, voluta da Koba, continua incessante, si stagliano sullo sfondo due personaggi evidentemente destinati a confrontarsi. Da una parte Cesare, la prima scimmia intelligente, che cerca di riorganizzare il proprio popolo per condurlo a un porto sicuro. Dall’altra il Colonnello, capo dell’esercito americano e ben deciso a portare le scimmie all’estinzione. La prima parte, di avvicinamento, li mostra procedere implacabilmente uno verso l’altro. Il discriminante è rappresentato dall’attacco a sorpresa che costa la vita alla moglie e al figlio di Cesare. La seconda parte, di confronto e soluzione, è ambientata nel campo di prigionia dove avverrà lo scontro finale. Poi Cesare, proprio come Mosè, morirà in vista della terra promessa senza potervi mettere piede. A proseguirne la dinastia il figlio più piccolo, Cornelius, che ritroveremo a confrontarsi con Charlton Heston per il predominio della razza.
Il problema narrativo di «The War» è duplice: da una parte un lungo preambolo in cui domina l’attesa del confronto. Dall’altra, a incontro avvenuto, le necessità di prolungarlo il più possibile per giustificare la presenza di Woody Harrelson nel ruolo del Colonnello. Ciò porta il film a una durata difficile da gestire e ad evidenti squilibri nella logica del racconto, soprattutto per quanto riguarda la logistica, gli spostamenti delle masse e la necessità di far convergere tutto in un punto preciso. «The War» mescola con disinvoltura filosofia, saggezza popolare, logica militaresca, buoni sentimenti più forti dell’odio, legami di sangue e riferimenti biblici, cercando di legare il tutto con il montaggio, il senso del ritmo, la tensione e l’elemento principale, cioè l’attesa.
In realtà a dominare il film è Andy Serkis, che grazie al motion-capture trasforma Cesare in un personaggio vero. Per capire meglio i precedenti del film, posto che la parte del campo di prigionia esce direttamente da «La grande fuga» di John Sturges e buona parte delle tematiche razziali sono da ricondurre al mondo del western, basta far attenzione a una citazione diretta che apre scenari precisi sul concetto di guerra e sul personaggio del colonnello. In un passaggio sotterraneo nel campo di prigionia è scritto su una parete «Ape Pocalypse Now», che gioca sull’ingresso della parola «scimmia» nel concetto di «apocalisse». Così il colonnello diventa Kurtz e le scimmie il popolo che reclama la libertà. E che, una volta che l’avrà ottenuta, trasformerà in schiavi i padroni di una volta. Niente di nuovo sotto il sole.
THE WAR – IL PIANETA DELLE SCIMMIE (War for the Planet of the Apes) di Matt Reeves. Con Andy Serkis, Woody Harrelson, Steve Zahn, Amiah Miller. USA 2017; Fantastico; Colore.