Freddo nell’aria, freddo nel cuore: «INSOMNIA»

di FRancesco MininniIn una località dell’Alaska dove il sole non tramonta, Dormer, poliziotto di Los Angeles, dà la caccia a Finch, un assassino. Entrambi soffrono d’insonnia. In più, nella nebbia Dormer uccide il collega Hap credendo di sparare al killer. In più, Hap stava per trattare con la disciplinare mettendo a rischio anche la carriera di Dormer. In più, Finch ha visto tutto e vorrebbe patteggiare il silenzio. In più Dormer, che non ha esattamente uno stato di servizio immacolato, sembrerebbe anche disposto ad accettare.L’inglese Christopher Nolan, rivelatosi con due thriller decisamente anomali come «Following» e «Memento», approda a Hollywood con «Insomnia», ispirato a un film norvegese del 1997 di Erik Skjoldbierg. La sua intenzione, ancora una volta, è quella di affrontare un argomento sostanzialmente convenzionale (con tracce di banalità) in modo tale da renderlo insolito e affascinante. La carne al fuoco è tanta: come in «Heat» il poliziotto (ancora Al Pacino) e il killer (Robin Williams) hanno più affinità di quanto i ruoli indurrebbero a pensare; come in «Senza via di scampo» il detective deve indagare su un delitto e contemporaneamente impedire che il proprio nome sia coinvolto; come in «Peyton Place», in città ci sono tanti scheletri nell’armadio da riempirne un cimitero; l’atmosfera quasi irreale, dovuta all’assenza della notte, rende tutto più inquietante e talora simile a un miraggio. E come nei precedenti film di Nolan regna il pessimismo, soltanto in parte stemperato dal fatto che alla fine un personaggio farà una scelta morale. Ci sono tutte le premesse per uno spettacolo ricco e, sotto certi aspetti, diverso dal solito, con le garanzie offerte dai nomi di Al Pacino (cacciatore/preda) e Robin Williams (preda/cacciatore), validamente supportati dalla poliziotta idealista Hilary Swank.

E allora perché «Insomnia» non coinvolge, non appassiona né tanto meno entusiasma? Perché, nonostante tutte le buone intenzioni, Nolan non può fare a meno di esibire le proprie ambizioni d’autore fuori schema trasformando il film in un’esercitazione tecnica pregevole ma fredda e incappando in problemi di ritmo che ormai sembrano una componente fissa del suo cinema. Chi ne esce meglio sono il direttore della fotografia Wally Pfister, la perfetta ambientazione (un Alaska ricostruito in Canada) e Robin Williams, che ha saggiamente deciso di smettere per un po’ i panni del commediante per aprirsi nuove prospettive di carriera. Al Pacino, forse a causa della stagione invernale, sembra invece in letargo.

INSOMNIA (Id.) di Christopher Nolan. Con Al Pacino, Robin Williams, Hilary Swank. USA 2002; Thriller; Colore